Il contagio da Covid19 scatena il caos nella scuola in Sicilia in vista della riapertura di lunedì.

Il giorno della task force regionale

Mentre proliferano gli appelli a non riaprire alle lezioni in presenza e ricorrere ad almeno due settimane di dad, il governo non sembra avere alcuna intenzione di ascoltare le richieste che vengono da presidi e genitori.

Oggi la regione siciliana riunisce la task force regionale alla ricerca di soluzioni nelle pieghe delle norme che consentano di limitare la scuola in presenza

Il Ministro convoca i sindacati

Ma a livello nazionale il ministro Bianchi non vuole cedere sull’intenzione di aprire e, sempre per oggi, convoca i sindacati per illustrare il nuovo articolato sistema anti covid19 che prevede quarantena da 15 giorni per la classe con un contagio alle elementari, due alle medie per i ragazzini fino a 12 anni, tre dopo i 12 anni e alle superiori ma con la distinzione fra vaccinati e non vaccinati con i primi che possono evitare la quarantena.

Duecento sindaci siciliani dicono no alla ripartenza

Oltre 200 sindaci ieri sera hanno partecipato ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni.

Già nei giorni scorsi l’Associazione dei comuni siciliani aveva manifestato preoccupazione per il  dilagare dei contagi, sottolineando, in una nota inviata al presidente Musumeci e all’assessore Lagalla, la necessità di riprendere le lezioni in Dad.

Primi cittadini pronti ad emettere ordinanze

Dal confronto, che ha registrato gli interventi di tutti i sindaci allarmati dall’elevatissima percentuale di positivi, è emersa l’assoluta necessità di tratteggiare una linea comune in tutta l’Isola, assumendo tutte le precauzioni necessarie per evitare ulteriori contagi con l’obiettivo di garantire la sicurezza sanitaria degli studenti e delle famiglie.

Situazione drammatica

I sindaci siciliani hanno sottolineato che “ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica e al tempo stesso di incertezza che, purtroppo, non dispone di misure adeguate. Misure che il governo nazionale e la Regione siciliana devono assolutamente modificare. Tutto questo viene aggravato ulteriormente dal forte stato di stress cui sono sottoposte le strutture sanitarie. Bisogna, infine, garantire che  la raccolta dei rifiuti speciali COVID non gravi sul bilancio del comune e venga gestita, per competenza, dalle Asp”.

Apertura “atto irresponsabile”

Dal dibattito, facendo riferimento ai dati concreti che hanno fornito tutti i sindaci dell’Isola che hanno anche sottolineato come il tracciamento sia completamente saltato, è emerso un parere unanime: “l’apertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell’Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche”.

Prime ordinanze già emesse

c’è chi già ha deciso. La scuola non riparte a Messina con ordinanza già emanata dal sindaco De Luca. Analoga decisione nel Messinese a Sant’Agata di Militello, Torrenova, Taormina. I sindaci dell’Agrigentino si sono messi d’accordo fra loro e non riapriranno le scuole emanando ordinanze fotocopia.

Nel Palermitano stop alla ripartenza delle lezioni a Caccamo, Misilmeri e Trappeto ma sono tanti i sindaci che  preparano ordinanze analoghe per le prossime ore

La regione è con loro

La Regione è d’accordo con Loro e Musumeci ha scritto una lettera a Mario Draghi chiedendo un ripensamento ma se non cambierà qualcosa la regione non può intervenire in zona gialla. Stop, invece, alle lezioni in presenza nei 46 comuni dichiarati zona arancione nell’isola

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