- Italia tutta arancione
- Paura varianti
- Sicilia chiede cambio misure ma non restrizioni
No al lockdown chiesto da alcuni scienziati ma un barriera contro il contagio che sia uguale per tutti e valga nell’intero Paese. L’ipotesi che si fa strada è quella di una Italia tutta in zona arancione e ad avanzare l’ipotesi sono state le regioni al termine di un vertice a distanza duranto buona parte della giornata di ieri
La Sicilia dice no ma servono modifiche al sistema a fasce
“Se n’è discusso ma la proposta non era tutti arancione ma, tutti comunque abbiamo dato delle opinioni. Noi abbiamo proposto l’idea di cambiare qualcosa sul meccanismo delle fasce e di evitare di creare una distinzione così netta su alcune attività economiche, soprattutto nell’attività di ristorazione tra la fascia gialla e la fascia arancione”. Così l’assessore alla Sanità in Sicilia, Ruggero Razza, a conclusione della Conferenza Stato-Regioni.
Ma l’idea fa scattare subito le polemiche
Ma sulla possibilità di una Italia tutta arancione, ovvero di restrizioni omogenee per l’intero territorio nazionale, si registrano dissensi. Sulla proposta avanzata ieri dal presidente Stefano Bonaccini concordano la Toscana, la Campania, la Lombardia, ma il vicepresidente della Conferenza Giovanni Toti, governatore ligure, ha espresso la sua contrarietà. “Il paese si aspetta di ripartire”, ha detto. E ha proposto una zona gialla nazionale.
Davanti ad un’ipotetica Italia tutta arancio oggi ha tuonato anche il leader della Lega Matteo Salvini. “Basta con gli annunci, gli allarmi e le paure preventive”, ha scritto su Facebook stigmatizzando “lockdown ingiustificati e generalizzati”.
Le misure siano sempre accompagnate dai ristori
Le Regioni chiedono “per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte”. Lo riferisce il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “E a questo scopo è anche necessario che i provvedimenti restrittivi regionali siano adottati con l’intesa del ministro della Salute”, conclude.
Accelerare sui vaccini
Le Regioni vogliono un “deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica”. E il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini sottolinea: “Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese”. L’altra richiesta è che “per i provvedimenti che introducono restrizioni particolari per singoli territori si attivino anche contestualmente gli indennizzi per le categorie coinvolte”.
Ma adesso anche le forniture AstraZeneca frenano
Ancora brutte notizie dal fronte dei vaccini. Astrazeneca ha deciso un ulteriore taglio delle sue forniture all’Italia: questa settimana saranno consegnate dosi con una decurtazione tra il 10 e il 15%, secondo quanto comunicato a varie regioni. Invece di 566 mila fiale ne vengono recapitate 506 mila. Il piano di somministrazione accumula così nuovi ritardi, proprio mentre entra nel vivo la fase che coinvolge scuola e forze dell’ordine. Ed innervosisce ancora di più le regioni impegnate a rimodulare il piano vaccinale per le dosi ancora una volta meno del previsto.
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