Sono dieci le Regioni con un rischio definito alta per la tenuta delle terapie intensive: si tratta dell’Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta. Secondo il Monitoraggio del ministero della Salute e Iss hanno una probabilità di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid nel prossimo mese, da alta a massima. Le regioni segnalate con il livello piu’ alto di rischio per questo parametro sono la Lombardia, la Liguria.

Nell’elenco non c’è, però, la Sicilia anche se in seguito gli anestesisti rianimatori italiani precisano che questo non deve fare abbassaare la guardia nelle altre regioni “tuttavia, ci troviamo in una situazione di allerta in tutte le Regioni perchè si rischia, nel breve termine, una saturazione dei posti Covid se il trend dei contagi non si modificherà” sostiene il presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica (Aaroi-Emac), Alessandro Vergallo. Nelle Terapie intensive, avverte, “la pressione sta crescendo e iniziamo a vivere la paura che si possa tornare alla situazione drammatica della prima fase epidemica”.

Intanto si pensa già a nuove restrizioni mirate  “Data la situazione molto grave di circolazione del virus, abbiamo indicato chiusure mirate nelle regioni con altissima circolazione del Sars-Cov2 finalizzate a consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Le chiusure, nelle zone dove l’indice di contagio è superiore a 1, dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali. Mentre lo smart working dovrebe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese. Punto cruciale è la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento ” ha detto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della salute per l’emergenza Covid e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina della Cattolica di Roma.

Ricciardi lancia anche un allarme “Le asl non sono più in grado di tracciare i contagi, quindi la strategia di contenimento del virus non sta funzionando. Questo è dovuto a due fenomeni in atto in molte regioni: il mancato o ritardato rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione (basso numero di medici igienisti a disposizione) e ai migliaia di focolai in atto. La situazione è molto grave, le regioni stanno andando verso la perdita del controllo dei contagi”.

E intanto sulla situazione siciliana il governatore Nello Musumeci su Facebook fa il punto “In Sicilia – scrive – stiamo lavorando per salvaguardare il delicato equilibrio tra tutela della salute e diritto a una vita il più possibile normale. Dobbiamo garantire la scuola ed il lavoro. Dobbiamo offrire serenità alle famiglie. Dobbiamo tutelare gli anziazni. Dobbiamo permettere alle imprese di continuare a lavorare in sicurezza. Sono obiettivi allo stesso modo basilari e impegnativi. Di fronte a noi ci sono molti mesi prima di poter lasciare l’epidemia alle nostre spalle. Per non sbagliare serve ritrovare lo spirito di comunità virtuosa che ha fatto della Sicilia una delle regioni che hanno più osservato durante il lockdown le regole di comportamento richieste dal governo nazionale e dal governo regionale. Insieme ce la faremo”.

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