Altri dati indipendenti confermano la crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) siciliano e dell’occupazione anche se, naturalmente, la distanza con le regioni del nord est resta grande. L’isola, però, mostra una tendenza alla riduzione del gap.
Schifani: “Miglioramento del 78% degli indicatori”
“I dati del Rapporto 2025 (Ambrosetti ndr) confermano che la Sicilia sta vivendo una fase di crescita solida. Il miglioramento del 78% degli indicatori è il risultato del lavoro portato avanti dai governi regionali di centrodestra, con politiche mirate a sostenere imprese, occupazione e sviluppo” dice il Presidente della Regione.
“Dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia, in cui i progressi sono stati rallentati, oggi la Sicilia mostra una ripresa vigorosa e si colloca ai vertici nazionali per crescita del Pil e dell’occupazione. Proseguiremo su questa strada, affrontando con responsabilità le criticità ancora presenti – dal divario infrastrutturale alla scarsa partecipazione di donne e giovani al mondo del lavoro – per consolidare una crescita duratura e inclusiva, all’altezza delle potenzialità della nostra Isola” aggiunge il governatore Renato Schifani, commentando il Rapporto strategico 2025 sulla Sicilia presentato stamattina a Palermo nell’ambito della terza edizione dell’Act Tank Sicilia organizzata da The European House Ambrosetti.
Il crollo della Cassa integrazione
Nei giorni scorsi altri dati aveva confermato il crollo del ricorso alla Cassa Integrazione in Sicilia. Una discesa avvertite in tutto il Sud Italia e in particolare in Calabria e Sicilia. Il ricorso allo strumento di ammortizzazione sociale fa registrare il dimezzamento in Calabria con metà di ore di cassa integrazione erogata rispetto al passato e meno oltre un quarto in Sicilia seconda in questa graduatoria.
Calabria e Sicilia sono in controtendenza rispetto al resto del paese dove, invec,e il ricpordo alal cassa integrazione è in crescita.
I dati
Nel primo semestre di quest’anno le ore di cassa integrazione crescono in media nel Paese del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, la Sicilia registra, invece, una flessione del 25,3%, seconda sola alla Calabria che dimezza il suo ricordo con oltre il 54% in meno.
i dati sono elaborati dalla CGIA di Mestre. Nell’Isola il monte ore autorizzato tra gennaio e giugno è pari a 3.627.976, con una riduzione di 1.227.409 unità su base annua.
A livello provinciale, una crescita si registra a Siracusa dove il monte ore è dell’88,6% in più per effetto della crisi delle aree industriali ma non soltanto. Crescita anche ad Agrigento con un +34,7% e Ragusa con un +15,2%. Tutte le altre province sono in calo e compensano anche le tre in crescita: Catania (-37,7%), Trapani (-36,6%), Caltanissetta (-32,5%), Palermo (-27%), Messina (-21,8%) ed Enna (-14,5%).






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