“Il 2017 non sara’ un anno facile. Non facciamo riferimento solo ai diversi appuntamenti elettorali che potrebbero ridurre ulteriormente la coesione dei paesi europei e aprire scenari davvero imprevedibili; anche sul piano interno ci sono piu’ incognite che certezze. Nel 2016 c’e’ stato un miglioramento della capacita’ di spesa delle famiglie ma al tempo stesso il clima di fiducia e’ peggiorato creando una dicotomia forte tra reddito disponibile e fiducia”. Cosi’ il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, nel presentare i risultati dell’Outlook Italia Confcommercio-Censis su clima di fiducia e aspettative di famiglie e imprese, andamento dei consumi e prospettive economiche.

“Da questo punto di vista – ha osservato Bella – e’ interessante ribadire il ruolo, piu’ volte sottolineato delle spese obbligate; il tema e’ caldo, perche’ l’incremento delle materie prime petrolifere potrebbe fare tornare a crescere queste spese che hanno un impatto sul bilancio e sulla fiducia nelle effettive possibilita’ di scelta offerte dal proprio reddito disponibile”.

“E’ vero che negli ultimi due anni si e’ mediamente recuperato un po’ di reddito (600 euro a testa rispetto al 2014 mentre ne restano altri 2.700 da recuperare rispetto al massimo del 2007) -ha aggiunto Bella – pero’ l’intonazione della fiducia resta debole”. “Mettiamo a sistema la fiducia con alcuni parametri macroeconomici per chiarire il senso delle nostre preoccupazioni sul 2017: l’occupazione dovrebbe crescere meno che nel 2016, cioe’ dello 0,4% contro l’1%, anche a motivo della riduzione della decontribuzione”.

“I bonus- ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi – spiace dirlo ma e’ una cosa ben nota: i bonus provocano una specie di assuefazione. Hai bisogno di sempre maggiori bonus per ottenere un certo effetto, oppure, ridotto il bonus si riduce la risposta”. “Proprio la politica dei bonus- ha detto Bella – non ha funzionato in termini di messaggio esteso a tutti i cittadini che si stesse intraprendendo un percorso di vera riduzione fiscale. Nella legge di Stabilita’ ci sono tanti provvedimenti, ottimi presi uno per volta, ma forse slegati, incapaci di testimoniare una strategia efficace, di cui fidarsi e su cui, puntare”. “Per Confcommercio, come ha sempre ripetuto il presidente Sangalli, la soluzione e’ quella di un taglio generalizzato della pressione fiscale, quindi lavorare sulla riduzione delle aliquote Irpef”.