Era già tutto previsto. Neanche il tempo di completareb il commen to ai dati referendari che arrivano le prese di distanza. la prima e scontata è quella del Presidente della Regione.
“Dimettermi? Chi lo chiede strumentalizza il voto – dice il Presidente Crocetta rispondendo a distanza all’invito dei 5 stelle -. Credo che in Italia se c’è qualcuno che non viene scalfito dall’esito del referendum sia proprio io”.
In verità niente di più prevedibile. Già alle prime ore del mattino circolava voce che la valutazione del Presidente fosse proprio questa. “Io non ho mai attaccato il fronte del ‘No’, sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito ma non penso di essere stato tra i falchi del sì” – dice adesso il governatore esprimendo pubblicamente la sua posizione su giornali ed agenzie varie.
Nulla vale il fatto che nel territorio il Pd sostenga che si è pagato proprio il malcontento nei confronti del governo della Regione e nulla vale la foto sorridente al seggio ieri dove era andato ad esprimere il suo sì. L’allontanamento da renzi e dai renziani più veloce dell’avvicinamento delle ultime settimane era previsto, prevedibile e perfino scontato. Per il presidente della regione che alla disciplina di partito non si era mai attenuto, styavolta il sì è stato proprio disciplina di partito. insomma un modo per dire, ‘quando si fa come dite voi si perde’.
Crocetta poi si smarca e annuncia che non cambierà gli assessori renziani perchè ‘non sono vendicativo’ e infine, non lod ice chiaramente ma lascvia intendere che a pagare potranno essere altri. Insomma tutto ricade, adesso, sulle spalle del segretario regionale Fausto Raciti. La maggioranza del partito lo vuole fuori perchè è stato lui a tenere ins ella Crocetta dopo le dimissioni di Lucia Borsellino, e anche Crocetta lo abbandona al suo destino pur di continuare a restare saldamente in sella. la politica,s i sà, ha le sue regole e i suoi sacrificabili
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