Ventidue leggi approvate, nessuna impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri anche se in realtà due norme pubblicate nel 2025 risultano impugnate ma vengono calcolate nel 2024 essendo state approvate a novembre e pubblicate a gennaio. Crolla il contenzioso fra Stato e Regione siciliana a favore del dialogo sui temi che possono creare sovrapposizioni di competenze.

I dati delle impugnative

I dati sulle leggi impugnate vengono dall’osservatorio degli uffici del Commissario dello Stato per la Regione siciliana e sono aggiornati al 10 giugno 2025

Il picco del contenzioso fra Sicilia e Roma si registra fra il 2021 e il 2022: il 2021 è l’anno del maggior numero di leggi impugnate, 16 per la precisione su 31 approvate con una percentuale del 52%. Qualcuna in meno le leggi impugnate nel 2022 ed esattamente 9 ma con una percentuale maggiore, di ben il 64% a fronte di sole 14 leggi varate anche perché è l’anno delle elezioni e del passaggio dal governo Musumeci al governo Schifani. Nei due anni precedenti la maggioranza Musumeci si era vista impugnare 9 leggi per ciascun anno 2019 e 2020.

L’era Schifani

Nell’era Schifani la musica cambia: una sola legge impugnata nel corso del 2023 su nove leggi varate. Il picco di impugnative per la maggioranza che sostiene Schifani è nel 2024, lo scorso anno, con 5 leggi impugnate ma a fronte di 26 varate con una percentuale di contenzioso del 20%. Un contenzioso quasi sempre risolto per via extragiudiziale.

Nel 2025, almeno fino ad oggi, le leggi impugnate sono pari a zero. Ciò non significa che non ci siano temi sui quali Roma ha scritto a Palermo ma il possibile contenzioso, fino ad oggi, è stato sempre disinnescato attraverso una trattativa ed una revisione per adeguamento delle norme in questione.

Le ultime impugnative

A voler essere precisi le ultime due impugnative riguardano le leggi 3 e 4 del 2025 ma vanno imputate al 2024 perché si tratta di norme approvate a fine dello scorso anno anche se pubblicate in gazzetta ufficiale all’inizio di questo. Le impugnative pronunciate riguardano la così detta mini sanatoria quindi le norme in materia di urbanistica e le variazioni di bilancio del 18 novembre scorso.

Il metodo della “leale collaborazione fra istituzioni”

Per entrambe le ultime due impugnative sono già pronti correttivi da portare in aula all’Ars che serviranno a spegnere il conflitto. le norme relative alle revisioni urbanistiche, inoltre, sono norme che nascono da proposte parlamentari e non governative,.

Entrambe le ultime due impugnative sonio state proposte dal Consiglio dei Ministri del 14 gennaio. Altre norme regionali sono ancora in attesa dei termini e quindi, in via teorica, potrebbero ancora incorrere nella scure del CdM ma il metodo messo in campo dal presidente della regione è quello della collaborazione preventiva con analisi congiunte con i Ministeri dei temi di contrasto e la ricerca di soluzioni condivise per raggiungere, spesso, obiettivi analoghi.

Le leggi mancia e quelle sul femminicidio

Una impugnativa si è sfiorata sul tema delle così dette “leggi mancia”. per due anni consecutivi il ricorso ad un tesoretto messo a disposizione dei parlamentari che hanno scelto come spenderlo nei loro territorio ha spianato la strada alle leggi finanziarie. Ma Roma ha contestato il metodo e la piccola pioggia di contributi. Ad evitare il contenzioso è stata la trattativa e l’impegno a “non farlo più” con una esplicito e pubblico stop al sistema messo in campo per due volte

L’ultimo tema in ballo, ancora privo di una soluzione, sembra essere quello dell’applicabilità delle norme sull’assunzione dei parenti delle vittime di femminicidio