L’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, il cui invito a partecipare a un convegno sulle carceri che si terrà il 13 settembre nella sede dell’Assemblea regionale ha suscitato polemiche, spiega di attendere “maggiori delucidazioni, ma sarò presente. Quanto alle polemiche del M5S, la mia esperienza del carcere mi ha insegnato a non giudicare me stesso e soprattutto gli altri. Rispetto il loro pensiero perché ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee”.

Cuffaro ha scontato a Rebibbia una condanna a 7 anni per favoreggiamento alla mafia. “Non mi sento perseguitato dalla politica – continua Cuffaro che ha ricevuto l’invito dal deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia – semmai è una sollecitazione dell’esperienza di sofferenza che ho vissuto in carcere. Ho rispettato la giustizia, sono stato ossequioso nei confronti delle sentenze, il mio interesse adesso è quello di tornare agli impegni umanitari”. Il tema del convegno riguarda diritti e tutele dei detenuti e dei loro figli e Cuffaro vuole “sensibilizzare l’opinione pubblica per porre un’attenzione più bonaria nei confronti dei detenuti che, seppur dentro le carceri, restano comunque persone dotate di una loro dignità”. L’ex presidente della Regione è attualmente impegnato in progetti per il sociale: “Il 15 ottobre è prevista una serata di gran gala al Teatro Massimo di Palermo, dove interverranno anche autorità del Burundi per raccogliere fondi in vista dell’ allestimento dell’ospedale più grande del paese africano. In Burundi intendiamo portare medici e attrezzature. Ho ricevuto tantissime richieste da parte di medici italiani per questo progetto”.

A difesa di Cuffaro c’è il presidente della commissione regionale Antimafia

“Il manicheismo è una bandiera facile da innalzare, non si paga mai pegno e ci rende tutti eroi. Leggo di vibratissime proteste perché un ex detenuto, che ha scontato interamente la propria pena, viene invitato a discutere (con il direttore del carcere di Palermo e con il garante per i detenuti) di galera, pena e riabilitazione. Vibratissime proteste perché l’ex detenuto in questione è Totò Cuffaro. Magari se fosse stato un rapinatore, un omicida, un terrorista o un tangentista nessuno si sarebbe strappato le vesti. Ma è Cuffaro, ex galeotto, pena scontata. E la piazza ha deciso: gli altri sì, lui no”. Così in un post su Fb il presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, in merito alle proteste del gruppo del M5s dell’Assemblea contrario alla presenza dell’ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, come relatore a un convegno sulle carceri in programma a Palazzo dei Normanni il 13 settembre.

Cancelleri sempre affidando ai social le sue proteste non usa di giri di parole anche con lo stesso Fava: “È grave che il Presidente dell’Antimafia Claudio Fava e quello dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè si siano posti a difesa di Totò Cuffaro, un condannato per fatti di mafia. Avrà anche, come dicono loro, saldato il suo debito con la legge ma non lo ha sicuramente fatto, e mai lo farà, con la storia della nostra terra, martoriata dagli uomini della mafia, organizzazione che lui ha favoreggiato – scrive su facebook -. Questa non è censura, non dicano sciocchezze i due Presidenti sostenitori del condannato Cuffaro, io non intendo censurare nessuno, ma sollevare solo un fatto di moralità e dignità. Il buonsenso dovrebbe indicare ad ognuno che ci sono modi e luoghi adatti e meno adatti per svolgere le cose. Scenari che cambiano se cambia la storia e il trascorso di ognuno. Cuffaro, che piaccia o no, si è macchiato di fatti gravissimi che riguardano la mafia, quella stessa mafia che ha ucciso grandi uomini come Piersanti Mattarella, pertanto lo trovo di cattivissimo gusto che Cuffaro parli nella sala intitolata proprio a Mattarella.
Vadano a fare i convegni dove vogliono, affittino un cinema, un teatro o un sottoscala, ma la sede del Parlamento Siciliano e la memoria del Presidente Mattarella non possono essere calpestati così.
La storia la scrivono gli uomini e le donne, a volte sono pagine gloriose, altre volte nere e vergognose. Questa pagina, scritta e firmata dai due Presidenti sostenitori del condannato Cuffaro, racconterà al nostro popolo che certa politica e certi politici sanno solo allontanare i cittadini dalle istituzioni e sanno solo difendere condannati per fatti di mafia. Se non si chiama vergogna, non so come definirla”.