“La Sicilia da oggi è la prima regione d’Italia in cui i parlamentari regionali hanno l’obbligo di dichiarare l’eventuale iscrizione ad una loggia massonica. Nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia”.

E’ il commento di Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia siciliana, autore del disegno di legge che impone di dichiararsi massoni ai deputati regionali che lo fossero approvato ieri sera all’Ars.

“Un passo avanti in direzione della trasparenza, ma ora si pensi alla riforme che la Sicilia attende” commentano dal ruppo parlamentare del M5S all’Ars  che aveva sposato il ddl Fava ampliando l’obbligo  “grazie ad un emendamento targato Movimento 5 stelle anche i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali e quelli di circoscrizione dovranno dichiararsi”.

Il ddl aveva causato tensioni negli ultimi due giorni all’Ars (LEGGI QUI) per questioni di mero principio visto che, inoltre, la maggior parte dei deputati si era precipitata a dichiarare la propria non appartenza a logge massoniche. Il tema, inoltre, era stato già affrontato dal Parlamento siciliano nel ’92 una mozione approvata a quel tempo (LEGGI QUI)

“Se questo testo è arrivato in aula – aggiunge la capogruppo Valentina Zafarana – è anche a causa della carenza di disegni di legge del Governo, che continua a procedere al rallentatore. Definire fallimentare il bilancio di questo esecutivo e di questo Parlamento è un eufemismo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora si cambi marcia, la Sicilia è stanca di attendere”.

Insomma il ddl di trasparenza è fatto ma le priorità sono altre e sarebbe il caso di iniziare ad affrontarle.

“DiventeràBellissima è per la massima trasparenza dei rappresentanti del popolo nei confronti dei cittadini e per questo ha votato favorevolmente al disegno di legge che prevede l’obbligo dei deputati dell’Ars e degli assessori regionali di dichiarare l’eventuale affiliazione a logge massoniche o similari. Tuttavia riteniamo che il testo finale approvato dall’aula costituisca una grande occasione persa. Il nostro gruppo, infatti, aveva presentato alcuni emendamenti – purtroppo respinti – che avevano l’obiettivo di allargare la platea e quindi di non discriminare una sola categoria” dice il capogruppo Alessandro Aricò, aggiungendo: “Avremmo voluto, infatti, che l’obbligo relativo alla dichiarazione fosse stato esteso anche per l’appartenenza alle associazioni di carattere militare, religioso e lobbistico, così come ai vertici della burocrazia di Regione ed Ars”. Già nei giorni scorsi i deputati regionali del gruppo di DiventeràBellissima hanno consegnato di propria iniziativa alla segreteria generale dell’Ars una dichiarazione scritta in cui certificano di non appartenere ad alcuna loggia massonica.

Ma per il Grande oriente d’Italia “in Sicilia è stata scritta una pagina nera per la democrazia e la libertà d’associazione nel nostro Paese. La legge votata ed approvata dall’Assemblea regionale siciliana e che prevede l’obbligo per i parlamentari eletti di dichiarare la propria appartenenza alla Massoneria, è qualcosa di mostruoso sul piano giuridico e morale” dice Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente.

“Si tratta di un provvedimento molto grave e pericoloso perché viola norme costituzionali ed europee e mina palesemente alla base la libertà di ogni individuo – aggiunge – Ci meravigliamo che un così aggressivo e discriminatorio atto legislativo sia stato avallato anche da forze e partiti che da sempre hanno sbandierato la loro laicità nel pieno rispetto della Costituzione Repubblicana. Ricordiamo che già nel 2007 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato lo Stato Italiano dando ragione al ricorso presentato dal Grande Oriente d’Italia nei confronti di una legge della Regione Friuli Venezia Giulia che fissava regole e norme per le nomine a cariche pubbliche, prevedendo che chi avesse voluto ricoprire determinate cariche doveva dichiarare l’appartenenza a società segrete di tipo massonico”. Per Bisi “stavolta la Sicilia ha voluto superare ogni limite del diritto e del buonsenso”.

“I liberi muratori del Grande Oriente d’Italia percorreranno tutte le vie legali necessarie perché un simile provvedimento che ghettizza e marchia in modo inqualificabile e pretestuoso i massoni venga rimosso ripristinando un necessario e ineludibile diritto alla libertà di ogni cittadino di far parte di qualsiasi associazione”, conclude.

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