“Trovo che il ddl che obbliga i parlamentari a dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche, piuttosto che affermare i principi di trasparenza, possa invece alimentare la cultura del sospetto nei confronti proprio della massoneria che, lungi dall’essere una società segreta, esprime al contrario l’impegno etico degli iscritti ad essere costruttori di una società migliore. Voterò contro questo ddl perché la massoneria è un’organizzazione assolutamente
legale e i registri degli appartenenti sono conosciuti alle Prefetture. L’obbligo di riservatezza ed obbedienza richiesto agli iscritti non può mai violare le leggi e la Costituzione. Per questa ragione le argomentazioni rese dall’onorevole Fava non trovano alcun fondamento. Brandire l’arma della trasparenza per far votare una legge assurda merita un’opposizione netta. Sui diritti di ciascun cittadino di potersi associare a qualsiasi organizzazione legittima non si
possono accettare compressioni. All’onorevole Fava voglio ricordare che gli ideali, i valori di libertà, i principi morali della massoneria, sono e restano gli stessi che hanno ispirato l’azione politica dei padri della storia del nostro risorgimento colonna portante dello stato repubblicano”.

La dichiarazione è di Eleonora Lo Curto, capogruppo dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana. Parte da qui la tensione sviluppatasi in aula all’Ars alla discussione della proposta di legge, targata Claudio Fava, che imporrebbe ai deputati di dichiarare la propria appartenenza a una Loggia.

Dal canto suo, anche il deputato regionale dell’Udc Vincenzo Figuccia, sottolinea come “il ddl proposto da Fava appare persino bizzarro quando stabilisce che debba essere la Presidenza dell’Ars a sanzionare i deputati che non dichiarassero l’appartenenza alla Massoneria”.

Ma la contrarietà arriva anche das Diventerà Bellissima, una contrarietà di principio ma non di sostanza visto che tutti i deputati si sono già dichiarati ufficialmente non iscritti alla Massoneria.

Ma la legge Fava che secondo il presidente dell’Antimafia regionale non ha intenti e scopi punitivi ma solo di trasparenza è stata, nel frattempo, sposata da Pd e 5 stelle che oggi si preparano a dare battaglia nonostante la maggior parte deio deputati si siano già affrettati a rilasciare pubblica dichiarazione di non appartenenza a nessuna Loggia come il Presidente dell’ars Gianfranco Micicchè ha comunicato ieri sera in aula.

Ma la legge mostra anche profili di possibile incostituzionali visto che interviene sulle libertà personali. Un argomento delicato e controverso anche nell’interpretazione  della Costituzione.

Fra una dichiarazione  l’altra l’aula si impantana su una norma di principio ma di nessuna sostanza e oggi tornza a parlare ancora di questo con fava e compagni intenzionati ad impedire che torni in Commissione dove potrebbe impantanarsi e molti deputati che spingono, invece, per discutere di altro

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