127 giorni per una visita ematologica al Policlinico, si faccia sentire l’anno prossimo per una colonscopia al Buccheri La Ferla.

Per una vista otorinolaringoiatrica nell’ospedale Villa Sofia a Palermo bisogna, invece, aspettare almeno sei mesi.

Così rispondono operatori o operatrici del servizio di prenotazione agli utenti che vogliono fissare una data per la visita o l’esame avendo la richiesta del proprio medico di base. Non solo, l’operatrice consiglia agli utenti di chiamare altri nosocomi per verificare se c’è disponibilità altrove.

Non va meglio con il cup on line. Dopo 24 ore di attesa arriva un messaggio che avverte sui tempi o sulla impossibilità di prenotare la visita o l’esame richiesto.

Naturalmente tutto questo se si vuol fruire del servizio sanitarioo regionale ma è lo stesso cup a fornire la soluzione. Per la visita ematologica basta pagare da 150 a 180 euro (a seconda del medico scelto) direttamente al centro ticket per scavlcare il turno e ottenere la visita la prossima settimana.

Nulla di irregolare, per carità, la norma sulle prestazione intramoenia prevede questo genere di attività “una persona che sta male e ha bisogno – dice a BlogSicilia una paziente che preferisce restare anonima ma che protesta pe ril trattamentoc nhe le è stato riservato – si sente presa in giro. Se paghi si può fare tutto subito. Se invece vuoi avvalerti del servizio sanitario pagato con le tue tasse allora devi aspettare mesi”.

“Alla fine ho deciso di pagare – racconta a BlogSicilia Maria – perchè la visita ematologica per me è fondamentale. Non è una questione di vita o di morte ma devo sapere se sono affetta da una certa patologia  e devo saperlo adesso. E’ una cosa rilevante per una gravidanza che vorrei intraprendere. Ho già subito un aborto e devo sapere se c’è un rischio correlato. Ma niente. 127 giorni sono troppi. Sono costretta a pagare”

E’ la situazione delle liste d’attesa in Sicilia dove addirittura per un colonscopia l’ospedale risponde senza mezzi termini che la prestazione potrà essere erogata solo in regime di pronto soccorso. E siamo soltanto all’inizio di luglio, di fatto a metà anno. Cosa succederà fra un paio di mesi quando anche le strutture cdonvenzionate avranno esaurito i budget e dunque sugli ambulatori ospedalieri e delle Asp si riverseranno anche gli utenti respinti dal sistema privato convenzionato?

“A nulla vale, ormai, neanche l’indicazione di urgenza sulla ricetta – dice a BlogSicilia Nicola che deve sottoporsi ad una colonscopia – dal momento che gli ospedali che ho contatto mi hanno detto che le prestazioni sono proprio sospese se non in regime di Pronto Soccorso”.

 

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