Chi non ha incrociato una volta nei destini politici e sindacali di Sicilia il ‘compagno’ Giovanni Villari? Già uomo  della Cgil di Catania, ex deputato degli allora Ds e con in tasca una tessera del Pd ancora oggi, Villari è stato a lungo rappresentate di una chiara sinistra nell’area orientale dell’isola. Anche il presidente della Regione Nello Musumeci domenica a Pergusa incontrandolo lo ha salutato come ‘ il compagno Villari’.

Ebbene Giovanni Villari non solo era domenica a Pergusa all’incontro costituente del nuovo movimento voluto da Salvo Fleres, ma addirittura è stato eletto fra i componenti del Consiglio nazionale.

Come mai un Villari in un simile partito-movimento o comunque associazione che ha tanto sapore di ricostruzione di una sorta di partito di centro? Lo abbiamo chiesto proprio al ‘compagno’ Villari

“Lavorare per la propria terra e per il raggiungimento di obiettivi concreti è forse (lo dimostrano le vicende della storia della Sicilia e delle regioni del sud, dall’Unità d’Italia ad oggi e le esperienze sin qui viste e vissute), il modo migliore e più convincente e producente per uscire da una pericolosa deriva oscillante tra il velleitario e la politica parolaia spesso fine a se stessa – ha detto in proposito proprio Gianni Villari, più volte deputato regionale del PD -. Credo che dividersi nei momenti di difficoltà, come quello che stiamo attraversando, sia assolutamente inopportuno e sbagliato. Bisogna aggregare su concreti obiettivi comuni”.

Villari, lei viene dal PD come si trova con esponenti di cultura profondamente differente dalla sua?
“Per decidere cosa sia importante per risollevare le sorti della nostra Regione non serve richiamarsi al pensiero filosofico, alle ideologie tramontate, occorre un po’ di buonsenso. È proprio il buonsenso ciò che ho trovato in tanti che in “Siciliani verso la Costituente”, mettendo da parte le loro originarie convinzioni culturali e politiche, hanno e abbiamo pensato di unire le rispettive esperienze e pensare ad un nuovo modello di partecipazione civile e politica, ad una nuova e, spero, produttiva esperienza”.

Secondo lei cosa serve oggi alla Sicilia?
“Serve tanta buona volontà, serve la politica del fare, dentro un progetto di rinascita, serve poter utilizzare bene le nostre risorse che sono tante. Serve definire regole chiare, trasparenti e soprattutto precise e cogenti nella Pubblica Amministrazione, eliminare gli sprechi e le ridondanze esistenti. Ma serve anche avviare una battaglia contro uno Stato ancora oggi centralista che troppo spesso si è dimenticato di questa terra. Insomma, nei prossimi mesi non ci mancherà di certo il lavoro da pensare e fare concretamente”.

Questo movimento secondo lei rappresenta davvero una novità di concretezza o si tratta del solito tentativo di riportare a galla una politica che non esiste più? 
“È la prima volta che non si negano colpe e responsabilità proprie, ma devo anche dire che non è la prima volta che parlamentari di estrazione diversa, come a volte avvenuto anche nel passato, hanno collaborato e possono ancora collaborare lavorando per il bene comune. Ricordo come, proprio con Salvo Fleres, ad esempio, ed altri deputati di diversa estrazione politica, più volte abbiamo sottoscritto e portato avanti insieme iniziative importanti per la città di Catania e la Regione, così come è vero che, sia io, che Fleres, come altri colleghi, talvolta, siamo stati costretti a recedere dalle nostre convinzioni, a causa di non sempre comprensibili scelte politiche, orientamenti e disposizioni di partito, calate dell’alto….”

Di partiti nazionali?
“Si, di partiti nazionali, ai quali non sempre, sia a destra che a sinistra, sembravano interessare più di tanto i problemi della Sicilia. La nascita di un movimento politico territoriale che risponda ai cittadini ed elettori del territorio, anche quando interpreta questioni più ampie o esprime parlamentari nazionali, rappresenta una maggiore garanzia per i siciliani, che così possono pretendere coerenza nei comportamenti, sia dentro che fuori dalle Istituzioni, ma anche rispetto”.

Quali saranno le mosse successive già in programma?
“Penso che presto ci organizzeremo aiutando altri amici dei vari comuni a radicarsi ed a radicare il movimento nei rispettivi territori, spiegando loro cosa vogliamo fare e come intendiamo muoverci. Speriamo di essere sufficientemente convincenti e chiari. Di sicuro non ci esalteremo per i like sui profili di Facebook ! Per me e per noi il confronto faccia a faccia, guardarsi negli occhi, rendere più ‘umano e da comunità’ l’impegno politico è certamente molto più importante e costruttivo, oltre che rispettoso, nei confronti dei cittadini, dei catanesi e dei siciliani”.

Ad onor del vero una cosa va aggiunta. Anche se noi giornalisti registriamo una crescente voglia di destra nel Paese e anche in Sicilia e abbiamo difficoltà a staccare il volto e le parole di Salvo Fleres da un progetto di centro destra o almeno di centro, loro, i ‘costituenti’ si dicono trasversali. Che significa, poi, lo staremo a vedere.