Atto vandalico a Bagheria (Palermo). È stata danneggiata la targa commemorativa dei due ragazzi omosessuali di Giarre uccisi nell’ottobre 1980 che si trova a piazzetta Verdone a Bagheria. La denuncia alla polizia è stata presentata da Piero Montana, fondatore nel 1976 del Fuori di Palermo, movimento di liberazione omosessuale.
“La targa – dice Montana – è stata ridotta in rottami, è stata oggetto di una violenza distruttrice al fine anche di eliminare il ricordo delle due vittime. Da quando l’atto vandalico e sicuramente omofobo presumo il 12 o 13 febbraio, è stato compiuto, nessuno si è premurato di andare in questura per denunciarne il reato”.
Per questo ieri l’attivista si è presentato alla polizia e ha presentato denuncia. “Resto del tutto sconcertato del fatto che nessuno prima di me, neppure l’amministrazione della Città di Bagheria, si sia premurata a denunciare il grave reato commesso in dispregio della memoria dei ragazzi gay”.
Divelta l’insegna stradale Peppino Impastato a Carini nel giorno della retata
Giovanni Impastato ha denunciato ai carabinieri carabinieri di Cinisi che la targa dedicata a Peppino Impastato è stata vandalizzata e divelta. “Un ragazzo ha consegnato al locale della famiglia di Giovanni Impastato, la targa della strada “Via Impastato”. – dicono dall’associazione Casa Memoria Impastato – Il giovane ha detto di averla trovata in via Gaspare Cusumano all’altezza del ponte autostradale lato Comune di Carini. Questa insegna oltre ad essere stata divelta presenta un grande segnale a forma di una X sul nome Impastato. Dalle prime indagini risulta che la targa non apparteneva al Comune di Cinisi ma al limitrofo comune di Carini”.
L’atto vandalico sarebbe stato commesso durante l’operazione antimafia che ha portato in carcere alcuni esponenti della famiglia di Carini. “Non sappiamo se si tratti di un atto intimidatorio o di un attacco diretto alla figura di Peppino Impastato o alle nostre attività – aggiungono dall’associazione – di certo non è la prima volta che le targhe dedicate a Peppino vengono colpite. Ci è sembrato giusto denunciare quanto accaduto”.
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