I giudici della Corte dei conti hanno assolto anche in appello i vertici dell’azienda sanitaria ospedale Civico di Palermo dall’accusa di danno erariale. Erano finiti sotto la lente dei magistrati contabili per il mancato completamento dell’edificio noto come “Nuovo Oncologico”. Si tratta del padiglione destinato a ospitare in un unico stabile svariati reparti destinati alla cura dei tumori.

Lo strumento da spostare

Si doveva spostate la gamma camera, strumento indispensabile per l’attività diagnosi dei tumori nel campo della medicina nucleare, del valore di 352 mila euro. Tuttavia, proprio a seguito del trasferimento della macchina, l’impresa incaricata dell’esecuzione dei lavori falliva. Proprio per questo la ditta incaricata non ultimò i lavori. La Procura presso la Corte dei conti citava in giudizio l’ex direttore generale Giovanni Migliore, insieme all’ex direttore sanitario Rosalia Muré difeso dall’avvocato Pier Carmelo Russo, e all’ex direttore amministrativo Vincenzo Barone e il dirigente responsabile del servizio Tecnico Giuseppe Bono, difesi dall’avvocato Giuseppe Ribaudo.

La tesi difensiva

Gli avvocati Girolamo Rubino e Massimiliano Valenza hanno difeso Migliore. Hanno asserito che il fallimento dell’impresa incaricata dell’esecuzione dei lavori costituiva un evento imprevisto ed imprevedibile. Per cui i vertici aziendali non avevano alcuna responsabilità rispetto all’accusa di danno erariale. I giudici della corte dei conti sia di primo grado che di appello hanno assolto i vertici aziendali, confermando le tesi dei legali. Inoltre, il giudice contabile ha stabilito che nel momento in cui fu adottata la decisione di disporre il trasferimento delle attrezzature i dirigenti non avevano alcuna alternativa. Questo perchè si trattava di un atto dovuto ai fini del sollecito completamento dei lavori.

Nessuna alternativa

Si era di fronte ad un atto dovuto ai fini del sollecito completamento dei lavori. Gli imputati si sono costituiti in giudizio eccependo l’inammissibilità dell’appello in quanto generico, e ribadendo che lo spostamento della gamma camera era stato disposto in maniera del tutto regolare. Con sentenza depositata oggi la Corte dei conti ha respinto l’appello proposto dalla Procura, confermando in pieno il pronunciamento di primo grado.

Articoli correlati