L’omertà spezzata da due coraggiosi imprenditori che hanno denunciato il pizzo. L’ultima operazione antimafia che ha portato allo smantellamento del clan di Porta Nuova mette in risalto il coraggio e la grande determinazione di due commercianti che hanno detto no a cosa nostra.

Assoimpresa, tramite il presidente Mario Attinasi, elogia e invita tutti gli altri commercianti vittime del racket di ribellarsi alle pressioni della mafia: “L’operazione di ieri rappresenta che lo Stato c’è ed è presente. È stato inferto un duro colpo alla mafia e per questo ringraziamo gli inquirenti e l’Arma dei Carabinieri di Palermo per l’azione incessante di contrasto che viene portata avanti e lanciamo un appello ai commercianti: denunciate il pizzo”.

Secondo il presidente di Assoimpresa “non sono più accettabili compromissioni e sudditanze di alcun tipo, bisogna ribellarsi – conclude Attinasi – usando tutti gli strumenti messi a disposizione dallo Stato”.

18 arresti a Catania nell’operazione Odissea

Ci sono gli stupefacenti, c’è la detenzione di armi e tutto il campionario dei classici reati attribuiti alla mafia per il controllo del territorio come estorsioni ed usura fra le accuse rivolte ad un gruppo criminale sul quale indaga da tempo la polizia di Catania. Poche settimane fa è scattata l’operazione. La polizia di Catania, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 18 indagati.

L’operazione, denominata “Odissea”, ha fatto luce su un gruppo criminale che, secondo l’accusa, sarebbe dedito alla commissione di reati come associazione mafiosa, estorsioni, usura, detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti.

Operazione della polizia anche a Palermo

Nelle stesse ore, un’operazione della polizia è scattata anche a Palermo e crea la bufera a 4 giorni dal voto nel capoluogo siciliano dove è stato arrestato un candidato insieme a due presunti boss.

Gli investigatori hanno perquisito l’abitazione e gli uffici del costruttore Agostino Sansone, arrestato oggi insieme al suo collaboratore Manlio Porretto, e a Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia al Consiglio Comunale di Palermo, impiegato di Riscossione. Sicilia. Sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Scaletta e Antoci.