Pestato a sangue da tre persone che lo hanno atteso sotto casa. E’ successo ieri sera a  Giovanni Caruso titolare del pub Rivendell di via Gerbasi a Palermo. Si tratta di uno dei tre commercianti che si erano costituiti parte civile nel processo ai boss del pizzo di Borgo Vecchio dopo averli denunciati.

Un processo che ha segnato un cambio di atteggiamento da parte dei commercianti di aree difficile come il Borgo e che giovedì scorso ha portato all’emissione di ondanne per mezzo secolo di carcere a tredici persone ritenute mafiosi che ricattavano gli operatori economici del centro città.

Proprio la posizione di Caruso è stata rilevante per confermare le prime dichiarazioni  del primo pentito del Borgo Vecchio, Giuseppe Tantillo.

Questa notte il violento pestaggio chiaramente organizzato. Gli aggressori hanno atteso con pazienza che Caruso tornasse dal lavoro. Il Pub ha chiuso molto tardi essendo sabato sera e dunque hanno atteso fino alle 4,30 del mattino.

Aggredito appena sceso dall’auto Caruso ha riportato fratture al naso, allo zigomo e alla mano. Per completare l’opera lo hanno anche derubato dell’incasso della serata che aveva in tasca.

Caruso, soccorso dopo la chiamata di un passante, ora si trova ricoverato al Civico ma sotto scorta.

Ha diverse fratture al volto, alla mascella e agli zigomi, Giovanni Caruso, il titolare del disco pub Rivendell (ex Dorian) che insieme ad un socio e ad un’altra vittima si sono costituiti parte civile nel processo contro gli estorsori del Borgo Vecchio ed è stato picchiato sotto casa da tre uomini.

Caruso sta riposando grazie anche agli antidolorifici che gli sono stati iniettati. E’ stato sentito dai carabinieri. E’ stata una spedizione punitiva e non una rapina.

La prognosi per Giovanni Caruso, l’imprenditore picchiato la scorsa notte, è di 20 giorni. Resterà la notte in ospedale. Bisognerà aspettate l’esito della Tac a 24 ore.

L’aggressione del titolare del disco pub Rivendell (ex Dorian) è avvenuta in viale Regione Siciliana. Giovanni Caruso è stato accompagnato dalla sorella attorno alle 4 del mattino. Aveva l’incasso. Una somma cospicua che, come spiegano gli investigatori, non è stata toccata.

Caruso nell’androne di casa è stato bloccato da una persona e portato fuori. I tre lo hanno portato in una zona distante 200 metri da casa. Poi lo hanno picchiato.

L’imprenditore è stato sentito dai carabinieri. E’ stato predisposto di concerto con la prefettura di Palermo un sistema di protezione.

Il Comitato Addiopizzo manifesta solidarietà e vicinanza all’imprenditore del Borgo Vecchio pesantemente aggredito stanotte nei pressi della sua abitazione.

La vittima dell’ignobile e brutale aggressione è assistita dal Comitato Addiopizzo anche in riferimento al difficile ma coraggioso percorso di denuncia delle estorsioni subite in dieci anni di attività imprenditoriale da soggetti facenti capo alla famiglia mafiosa del Borgo che due giorni fa sono stati condannati dal Tribunale di Palermo.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare sempre e anche all’indomani di questa importante sentenza, la scelta di collaborazione di questi imprenditori con l’Autorità Giudiziaria è doppiamente rilevante poiché proviene da chi si trova a lavorare in un contesto territoriale fortemente pervaso dalla presenza della mafia e dove tutti, estorsori e imprenditori, si conoscono e si possono incontrare quotidianamente.

A ciò si aggiunga, quindi, il grande valore che ha la scelta di costituirsi parte civile nei confronti di chi per lungo tempo ti ha chiesto il pizzo e ti ha pesantemente minacciato nello svolgimento del tuo lavoro.
La scelta dell’imprenditore vittima dell’aggressione così come di altri operatori economici di collaborare rappresenta oggi uno dei percorsi più significativi espressi da una città troppo spesso disattenta e immobile che non riesce a cogliere le peculiarità e le complessità di vicende tanto importanti e delicate.

In questo momento noi volontari del Comitato Addiopizzo stiamo seguendo con apprensione al Pronto Soccorso l’evolversi delle condizioni di salute del nostro imprenditore a cui ci stringiamo con forza e determinazione.
Queste persone continuano ad essere costantemente seguite dal Comitato Addiopizzo in raccordo con la magistratura e le Forze dell’Ordine, perché a Borgovecchio, così come in altre aree critiche della città il percorso è tracciato e non saranno questi ignobili fatti a far arretrare tutti i soggetti coinvolti.