Continua l’escalation di violenza nelle carceri siciliane. In soli due giorni si sono verificati tre aggressioni nei penitenziari di Trapani e Palermo, con agenti della polizia costretti al pronto soccorso dopo essere stati colpiti con violenza da detenuti, di cui alcuni con problematiche psichiatriche. A segnalare l’emergenza che incalza negli istituti penitenziari, sono stati i sindacati Sinappe e Uilpa polizia penitenziaria, che parlano apertamente di un sistema al collasso e chiedono con urgenza interventi concreti.

L’aggressione al Pietro Cerulli di Trapani

A Trapani, presso la casa circondariale “Pietro Cerulli”, il segretario provinciale del Sinappe Rocco Parrinello ha segnalato due aggressioni a distanza di 24 ore. La prima è avvenuta domenica durante l’ora d’aria: un detenuto, nel tentativo di innescare una rissa, ha sottratto le chiavi a un agente causandogli un trauma al polso. Il giorno successivo, nel reparto Adriatico, un altro detenuto con disturbi psichiatrici ha colpito un agente dopo ripetute minacce. In entrambi i casi, i poliziotti sono stati trasportati in ospedale.

Altro episodio all’Ucciardone

Non meno drammatica la situazione al carcere dell’Ucciardone di Palermo, dove un altro agente è rimasto ferito mentre tentava di bloccare un detenuto con problemi mentali che stava cercando di provocare uno scontro con un altro recluso durante il tragitto verso l’infermeria. L’aggressione è avvenuta nella 9° sezione dell’istituto, che la Uilpa definisce ormai “un girone dantesco”. L’agente, colpito alla testa e al braccio, ha riportato un trauma cranico e contusioni all’arto inferiore, ma ha scelto di recarsi autonomamente al pronto soccorso pur di non sottrarre risorse alla già critica sorveglianza del carcere.

“Serve un intervento immediato – ha dichiarato Gioacchino Veneziano, segretario generale della Uilpa penitenziaria Sicilia – senza un aumento dei posti nelle rems (le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), chiudere la 9° sezione significherebbe solo trasferire il problema in altri istituti, aggravando il carico su altri colleghi”.

Maggiori misure di protezione

I sindacati invocano l’adozione urgente di misure di protezione per il personale, tra cui l’introduzione del taser, l’uso di body-cam e maggiori investimenti in sicurezza e formazione. Il Sinappe ha annunciato che, in assenza di risposte rapide, potrebbe proclamare lo stato di agitazione.