“È ferocia travestita da vittimismo quella che si legge nelle subdole e violente repliche di Teresa Bellanova e Davide Faraone: sfruttano il privilegio politico e il peso mediatico per accusare un movimento, il Palermo Pride, di essere intollerante e di attaccare le altrui libertà. Capiamo la loro paura: le rivendicazioni dei movimenti Lgbtqia+ sono le sole istanze, insieme a quelle ambientaliste, che diversamente dalla loro politica oggi riempiono le piazze”. Così il coordinamento Palermo Pride conferma il sit-in in piazza Pretoria alle 18.30 di oggi, giovedì 4 novembre, in segno di dissenso per la presenza di Ivan Scalfarotto (IV) alla presentazione del libro “Il delitto di Giarre. 1980: un «caso insoluto» e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia” organizzata a palazzo delle Aquile.
“Abbiamo capito il gioco e non ci stiamo: dopo aver visto la nostra dignità calpestata da indecenti applausi in Senato oggi veniamo narrati come carnefici e vigliaccamente consegnati ai leoni da tastiera. Agitare questo spettro ha il solo scopo di silenziare noi, di provocare lo scontro e di trasformare una pacifica, per quanto arrabbiata, manifestazione in un teatro di sedizione. Siamo noi ad avere paura, non loro. Noi dobbiamo difendere i nostri corpi e le nostre parole, non loro”.
“Per questa ragione scegliamo di proteggerci: il sit-in è spostato alle 18.30, in modo da sottrarci al pericolosissimo giochetto di scontri provocati ad arte durante l’ingresso dei rappresentanti istituzionali, magari davanti a telecamere opportunamente convocate”.
“Riteniamo irricevibile l’invito dell’amico Francesco Lepore a un tavolo in cui siede chi ha svenduto i nostri diritti sull’altare delle mediazioni di governo già nel 2013″. E’ quanto si legge in un comunicato del direttivo del Palermo Pride, in riferimento alla presenza del sottosegretario al Ministero dell’interno Ivan Scalfarotto, alla presentazione del libro di Lepore, “Il delitto di Giarre”. Iniziativa alla quale avrebbe dovuto prendere parte anche un esponente del coordinamento Palermo Pride. La polemica verte sulla recente bocciatura, al Senato, del ddl Zan.
“Ivan sui diritti civili non prende lezioni da nessuno, la sua vita lo testimonia, le sue battaglie lo dimostrano. Noi saremo al suo fianco”. Così ieri, sui social, il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone.