Palermo

Diritto allo studio negato in Sicilia, mancano almeno dieci milioni

“Negare il diritto allo studio a migliaia di studenti siciliani è un atto criminale, con conseguenze devastanti per l’isola. I fondi disponibili non bastano a garantire il pagamento delle borse di studio ad oltre la metà degli aventi diritto e i posti letto coprono appena un terzo delle richieste: è una situazione inaccettabile.”

Lo dichiara Claudio Fava, deputato regionale e Presidente della Commissione antimafia, secondo il quale “è necessario che già nella prossima legge di stabilità regionale siano stanziate adeguate risorse, almeno 10 milioni di euro, per garantire realmente il diritto allo studio in Sicilia. È un in investimento indispensabile per la nostra regione e per il suo futuro”.

Proprio in questi giorni gli studenti del comitato studentesco per il diritto allo studio hanno annunciato un presidio permanente presso la struttura dell’ex hotel Patria, struttura destinata ad ospitare un centinaio di studenti, “che scandalosamente – conclude Fava – non è stato ancora reso disponibile alla fruizione”.

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Una vicenda che si unisce alla polemica infinita sull’assistenza agli alunni disabili che da gennaio rischia di saltare del tutto per un vulnus normativo che la Regione dice di aver risolto ma che resta pendente sulla testa di migliaia di famiglie.

A far temere è la richiesta di un parere al Consiglio di giustizia amministrativa che si è resa necessaria, per evitare un eventuale danno erariale, a seguito del conflitto tra due norme. Quella nazionale pone il servizio a carico delle scuole, quella siciliana in capo alla Regione. Il dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali Letizia Di Liberti, proprio qualche giorno fa, ha riunito a Palermo i commissari e i dirigenti delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi dei Comuni per illustrare loro la situazione, chiedendo la previsione di spesa per il trasferimento delle risorse.

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Il tema è stato anche al centro di una riunione della V Commissione all’Ars al termine della quale l’assessore Scavone, al centro delle polemiche, prova ancora a smorzare l’allarme

“Si riafferma – dice l’assessore – che il servizio di assistenza rivolto agli alunni disabili frequentanti gli istituti superiori di secondo grado della Regione Siciliana non subirà alcuna interruzione”.

“Si conferma ancora – continua l’esponente del governo Musumeci- che il dipartimento regionale della Famiglia sta predisponendo gli atti per il trasferimento di ulteriori risorse finanziarie di 7,8 milioni di euro occorrenti alle ex Province regionali per la fornitura dei servizi. La somma è stata destinata recentemente dalla giunta regionale alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi di Comuni dell’Isola, che stanno procedendo all’invio dei dati sul fabbisogno periodo da gennaio a giugno 2020. Si diffidano pertanto – conclude l’assessore – le Città metropolitane e i Liberi consorzi a non interrompere i servizi erogati agli Istituti superiori di II grado in favore degli alunni disabili”.

Ma a  Città metropolitane e i Liberi consorzi la parola dell’assessore sembra non bastare affatto. Temono di ritrovarsi con spese non coperte dalle promesse regionali con conseguenze devastanti per Enti già in grave difficoltà economica ed organizzativa. Insomma senza fatti da parte della Regione il servizio rischia di fermarsi comunque. Senza considerare che c’è comunque il rischio che il parere reso dal Cga possa essere negativo e dunque anche le eventuali buone intenzioni vengano vanificate e i trasferimenti regionali si blocchino.

Le amministrazioni chiedono fatti che al momento assessore e assessorato non sembrano in grado di fornire

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