A casa della signora Giovanna Leto, che vive a Villabate, con il marito ed il figlio disabile, i giorni scorrono lenti.
Sono sempre uguali, trascorsi nell’accudimento proprio del figlio, Giuseppe, che ha 28 anni ed è, secondo quanto denuncia la madre, disabile gravissimo.
Giuseppe è affetto dalla nascita da una grave forma di ritardo mentale che gli ha tolto ogni autonomia, facendolo restare, nonostante il passare degli anni, come un bambino che necessita che qualcuno si occupi di lui anche per compiere il più elementare dei gesti della vita quotidiana. Giuseppe è un obeso grave, è incontinente e deve affrontare ogni giorno molte altre criticità dovute alle sue patologie.
Lo scorso anno, quando la stampa ribattezzò la grande mobilitazione di disabili come “la rivolta delle carrozzine”, la signora Giovanna aveva sperato che anche il suo Giuseppe avrebbe ottenuto l’assegno di cura necessario a far fronte alle spese del suo accudimento.
Non è stato così. “Ho fatto richiesta – racconta la signora Giovanna – per far inserire mio figlio nelle liste dei disabili gravissimi ai quali spetta l’assegno di cura. Ho aspettato tanto, sino a quando sono andata all’Asp di via La Loggia dove mi hanno comunicato che mio figlio non avrebbe i requisiti per essere inserito nella lista dei beneficiari dell’assegno. Crocetta aveva detto che i disabili non sarebbero stati più invisibili. Bene, si è insediato un nuovo governo regionale e la situazione non è cambiata per niente. Continuano ad essere non solo invisibili ma soprattutto abbandonati. A nessuno interessa niente di loro”.
Giovanna accudisce Giuseppe 24 ore al giorno, senza nessun aiuto se non quello del marito che per stare accanto a figlio e moglie ha dovuto lasciare il lavoro. Con il risultato che la pensione e l’indennità di accompagnamento di Giuseppe sono diventati l’unico mezzo di sostentamento della famiglia. Ma non basta. Giovanna e il marito avrebbero bisogno di un Oss, di un badante, di qualcuno che possa aiutarli ma che non possono permettersi di retribuire.
Intanto la lettera ufficiale annunciata verbalmente all’Asp, con la quale si comunicherebbe che Giuseppe non avrebbe diritto all’assegno di cura, non è ancora arrivata.
Giovanna non è avvezza ad interpretare carte e certificazioni ma esterna tutta la sua disperazione.
“Solo io e mio marito – dice con parole semplici – possiamo capire cosa vuol dire accudire Giuseppe. Quello che accade in Sicilia con i disabili gravi e gravissimi è inaccettabile. Mio figlio è stato ricoverato tante volte in diversi ospedali siciliani, per lui abbiamo fatto e continuiamo a fare tutto il possibile”.
Giovanna non si arrende ed attende la lettera dell’Asp per adire le vie legali.
“Io lotterò sino alla morte – dice – perché avere l’assegno di cura è un diritto di mio figlio. Non possiamo più andare avanti così ed io non mollo”.
Giuseppe è tra le migliaia di disabili gravi e gravissimi siciliani che attendono ancora l’assegno di cura dal governo regionale.
(nella foto di repertorio, un momento di una delle tante proteste dei disabili siciliani senza assegno di cura).
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