I vigili del fuoco stanno intervenendo in piazza San Domenico a Palermo per il distacco dell’intonaco da quello è definito il pantheon degli uomini illustri della Sicilia.
I pompieri stanno mettendo in sicurezza la facciata e verificato i danni nell’edificio ecclesiastico.
E’ stata avverta anche la Soprintendenza. Al momento non si registrano feriti.
Secondo una prima ricostruzione fatta dalla Soprintendenza è caduta la parte alta della lesena con festone in stucco. I vigili del fuoco hanno tolto il pericolo, ma adesso bisogna intervenire.
Anche la chiesa di San Domenico gestita dal Fec, fondo edifici di culto, necessita di interventi urgenti.
“Serve tempo – spiegano dalla Soprintendenza – occorre una perizia per poi appaltare gli interventi. Purtroppo sono tempi tecnici che non faranno partire subito i lavori”.
Quello che serve sono anche i soldi che dovrebbero arrivare da Roma per consentire i lavori di restauro e messa in sicurezza di diverse chiese a Palermo gestite dal Fec che hanno necessità di interventi urgenti. Tante chiese su cui la Soprintendenza ha già eseguito verifiche e perizie .
La seconda chiesa di Palermo
La chiesa di San Domenico è la seconda chiesa di Palermo per importanza dopo la cattedrale e si trova nell’omonima piazza nel quartiere La Loggia.
Nel complesso architettonico si riscontrano più stili, dal medioevo all’età moderna, frutto delle vicende storiche che interessarono l’edificio: il chiostro e diversi ambienti limitrofi sono in stile Gotico, il resto dell’edificio fu rifatto principalmente in stile Barocco.
È stata eletta a pantheon degli uomini illustri della Sicilia.
La Facciata del Pantheon
La facciata attuale risalente al 1726 sull’odierna piazza San Domenico, l’antica “Piazza Imperiale” o “Largo Imperiale” del 1724, ricalca lo stile barocco classico.[2] L’impianto costituito originariamente da pilastri paraste binati in pietra viva che unitamente ai due cornicioni con modanature articolano il reticolo dei primi due ordini.
Un terzo ordine comprende i corpi dei due campanili laterali simmetrici e balaustre a colonnine che delimitano un frontone ad arco rialzato dotato di un articolato cornicione esterno, il tutto realizzato sotto la direzione di Andrea Cirrincione in stile dorico – romano. Il prospetto attuale non è altro che la combinazione mirata data dalla sovrapposizione in tempi successivi e contigui all’impianto preesistente, di una struttura di colonne per rendere meno severo, più armonioso e dinamico l’impianto originario.
Crollo nella chiesa dell’Origlione a Palermo
Il 9 ottobre erano crollate alcune parti del timpano della facciata della chiesa dell’Origlione a Palermo. Pare che il distacco sia avvenuto a causa di un fulmine che ha colpito il monumento.
Alcune pietre sono cadute danneggiando alcune vetture parcheggiate nella piazza. Sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno effettuato una verifica con i tecnici dell’ufficio del centro storico di Palermo, con l’ausilio dei droni in dotazione al nucleo SAPR del comando provinciale.
E’ stata deciso il divieto di sosta in tutta la piazza; l’area è stata delimitata dagli operai della Rap.
La chiesa in via dell’Origlione a Palermo
La chiesa di San Giovanni dell’Origlione è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. Il complesso monumentale della chiesa, monastero è ubicato nella piazza Origlione tra il vicolo omonimo e le vie Saladino, Santissimo Salvatore e Protonotaro, nel mandamento Palazzo Reale o Albergaria.
La chiesa in piazza San Giovanni dell’Origlione, un appellativo dovuto alla presenza dell’omonima chiesa, un tempo annessa ad un monastero benedettino distrutto dai bombardamenti del 9 maggio 1943.
Il termine “Origlione”, che desta subito un po’ di curiosità, secondo lo storico ottocentesco Gaspare Palermo proverrebbe dalla località di San Giovanni Roccone, da cui la corruzione in “Roglione”.
I “rocchi” erano dei pezzi degli scacchi e la porta dell’antico parlatorio di questo monastero duecentesco (fondato dai Cavalieri gerosolimitani) recava l’immagine di San Giovanni mentre sosteneva una croce con sei rotelle, simboli del Santo. Pertanto furono probabilmente queste rotelle, o “rocchi”, a fornire lo spunto per il nome di “Origlione”.
Sul luogo in cui sorgeva il monastero oggi esiste una scuola elementare e, se consideriamo l’area ricoperta dall’edificio scolastico oltre a quella libera, ma un tempo unita alla chiesa, ci rendiamo conto di quanto fosse vasto tutto il complesso.
Le suore claustrali benedettine, dalla fine del Settecento, potevano accedere ad un belvedere sul Cassaro attraverso un passaggio appositamente costruito.
Nel 1866, con l’abrogazione degli Ordini religiosi, furono costrette ad abbandonare monastero e chiesa. Quest’ultima, dopo la seconda guerra mondiale, fu elevata a parrocchia intitolata a San Benedetto, in cui nel 1953 si insediò la Confraternita della Madonna di Pompei che organizzava magnifiche processioni in onore di Maria ancora ricordate dai vecchi residenti del quartiere.
Un altro storico ottocentesco, Vincenzo Mortillaro, racconta che la chiesa benedettina, di origini duecentesche, fu costruita nel 1600 e rinnovata nel 1782 in stile corintio-romano con pianta a forma di parallelogrammo, un coro sostenuto da colonne e decori in stucchi e oro con affreschi del pittore monrealese Pietro Novelli.
Dopo un ulteriore abbandono della chiesa, negli ultimi anni la sezione palermitana di “Italia nostra” si sta prendendo cura di riportare alla luce un affresco del Novelli direttamente dipinto sul muro e rappresentante il “Trionfo di David”, casualmente riscoperto durante dei lavori.
A tal fine, è stata istituita un’iniziativa di donazione per completare il restauro per chi volesse partecipare.
La facciata della chiesa presenta sul portale l’immagine di San Giovanni internamente ad uno stemma a forma di corona, sovrastato da tre finestre, con una conchiglia al di sotto di quella centrale.
Sul timpano arcuato si eleva il campanile sovrastato dal simbolo benedettino in metallo: Pax. Internamente il tempio è ricco di stucchi, ma quasi spoglio di arredi – eccetto l’altare centrale e quelli laterali delle cappelle. Però è riuscito a custodire un segreto: non si è ancora potuto rinvenire l’accesso che porta alla cripta sotterranea.
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