All’Accademia di Belle Arti di Palermo non si studia per colpa di una legge.
Le lezioni sarebbero dovute iniziare il 14 ottobre, ma l’attività didattica è ferma da quella data a causa del blocco dei contratti co.co.co che ha dimezzato il corpo docenti dell’istituto.

Un disagio che col passare dei giorni si è trasformato in emergenza. La mannaia sui docenti esterni è calata il 1 luglio di quest’anno, data dell’entrata in vigore della legge 165/2001 che vieta alle amministrazioni pubbliche di stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co). Così gli oltre 1500 studenti che hanno pagato la retta annuale, da più di un mese non possono frequentare i corsi accademici.

La paralisi dell’attività didattica ha colpito il corso del 3° anno di design grafico, del biennio di animazione e del 3° e 4° anno di Restauro. In altri corsi invece si registra l’assenza di uno o più professori.

“Abbiamo saputo di questa legge che vietava le assunzioni soltanto a ridosso dell’inizio delle lezioni – dice Giulia Taormina.
“Ogni anno abbiamo un problema sempre più grave e piano piano lo Stato ci sta abbandonando. Ora quest’ultimo colpo dei contratti co.co.co ha aumentato una situazione già critica in Accademia dove ogni anno i fondi diminuiscono e le strutture diventano fatiscenti”. E’ il grido d’allarme lanciato da Irene Papale.

Allarme che non sembra essere stato recepito nella sua gravità, dato che il blocco riguarda anche le assunzioni dei tutor per gli studenti disabili. “Abbiamo mandato lettere alle istituzioni – racconta Roberta Ferruggia –  al fine di ottenere chiarimenti su quella che è la situazione attuale che coinvolge non soltanto tutte le accademie di belle arti ma anche i conservatori d’Italia. Le mobilitazioni nascono proprio in contrapposizione e in risposta a questo silenzio assordante e prolungato che reputiamo inaccettabile oltre che irrispettoso per quello che dovrebbe essere il nostro diritto allo studio. Abbiamo pagato contributi onerosi pensando di accedere ad un servizio che in questo momento ci è negato. Senza dimenticare naturalmente che questo disservizio colpisce anche l’assunzione dei tutor degli studenti disabili.”

Gli studenti non stanno a guardare. Insieme ai docenti e agli organi direttivi dell’Accademia si sono riuniti nel “collettivo accademico studentesco”, presente anche su Facebook, per sollecitare l’intervento del Miur che, ad oggi, non si è pronunciato.
Il 27 novembre, dopo un mese di appelli inascoltati ed assemblee, i giovani sono scesi in strada per far sentire la loro voce davanti ai locali dell’Accademia. E dato che si parla di co.co.co, la mascotte della loro battaglia è un pollo legato a una catena, simbolo della schiavitù in cui vivono a causa di un “guasto” della macchina dello Stato.
Foto di Girolamo Pumo.

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