Il liceo Mamiani di Palermo ha ospitato don Antonio Coluccia, sacerdote conosciuto in tutta Italia per la sua azione diretta contro le piazze di spaccio, in particolare al Quarticciolo e a Tor Bella Monaca a Roma. Un incontro fortemente voluto dal preside Angelo Cinà e dalla direttrice Alessandra Veronese, nell’ambito delle iniziative di Educazione Civica, per portare agli studenti una testimonianza autentica sul valore della legalità e della dignità umana.

Un sacerdote sotto scorta per liberare i ragazzi dalla droga

Don Coluccia vive sotto scorta, sorvegliato giorno e notte da due auto blindate e cinque agenti, perché la sua voce e le sue azioni danno fastidio a narcotrafficanti e clan mafiosi. La sua missione è chiara: sottrarre i ragazzi dalla schiavitù della droga e restituire dignità alle periferie abbandonate. Durante l’incontro al Mamiani ha ribadito: «Il mio Giubileo è salvarli», riferendosi ai giovani che riescono a liberarsi dalla dipendenza e a trovare una nuova strada nella vita.

Le parole ai giovani: “Diventate rompiscatole costruttivi”

Il preside Cinà ha aperto l’evento ricordando agli studenti l’importanza di formarsi non solo sul piano culturale, ma anche su quello civile e morale: «Dobbiamo educare i ragazzi a diventare rompiscatole costruttivi, come Socrate, Falcone, Borsellino, don Pino Puglisi, per contrastare il male e costruire una società più giusta». Un invito che si è intrecciato con le parole di don Antonio, che ha raccontato episodi drammatici raccolti nei quartieri più difficili di Roma, come le confessioni di Michele, un giovane che di giorno fa il parrucchiere e di notte mescola alcol e crack.

La testimonianza di una fede militante

Don Antonio ha spiegato ai ragazzi del Mamiani cosa significa portare la fede nelle strade: fischietto al collo, megafono in mano, canzoni antimafia nelle piazze di spaccio, bombe carta e minacce quotidiane. «Non esiste Vangelo senza rischio e non esiste rischio senza Vangelo», ha detto. Per questo ha fondato l’Opera don Giustino, che oggi accoglie ex tossicodipendenti in una villa confiscata alla Banda della Magliana.

Un messaggio per Palermo e per la Sicilia

La presenza di don Coluccia a Palermo ha un significato particolare: la città, segnata da storie di mafia e riscatto, è terra di martiri come Falcone e Borsellino, ma anche di figure come don Pino Puglisi, ucciso perché sfidava la criminalità nei quartieri difficili. «Bisogna schiodare i ragazzi dalla Croce», ha detto don Antonio, invitando la Sicilia a non abbassare la guardia e a continuare a credere nella forza del cambiamento sociale.

Il futuro della sua missione: Radio Megafono 48

Durante l’incontro al Mamiani, don Antonio ha anticipato ai ragazzi un progetto innovativo: Radio Megafono 48, una web-radio che partirà nel 2025 per diffondere messaggi di speranza e giustizia sociale, arrivando anche a chi non può partecipare agli incontri dal vivo. Un modo per amplificare la sua voce oltre le piazze, anche quando i narcos tentano di zittirlo con petardi e minacce.

Una lezione di coraggio per gli studenti

L’incontro al Mamiani è stato un momento di forte impatto emotivo: i ragazzi hanno ascoltato in silenzio, emozionati e incuriositi. Per molti è stata la prima volta che sentivano una testimonianza così diretta sulla vita nelle piazze di spaccio, sulle bombe carta, sui falò che segnalano la droga agli angoli delle strade. E soprattutto, è stata una lezione su cosa significhi avere coraggio: quello di non restare indifferenti, di scegliere da che parte stare, di credere che anche un singolo gesto può fare la differenza.