Il giudice Giangaspare Camerini del tribunale di Palermo ha assolto i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale Cervello che erano accusati in concorso di omicidio colposo per il suicidio di una donna di 62 anni che si è defenestrata dal quinto piano della struttura ospedaliera il 5 luglio del 2028.

A processo erano finiti Marco Battaglia, difeso dall’avvocato Massimo Motisi, Gabriele Angelo Vassallo, difeso dagli avvocati Eliana Gibiino, e Loretta Antonelli, Gaetano Pantalone Restivo, difeso dall’avvocato Fabrizio Biondo, Carmela Sferrazza, difesa dagli avvocati Francesco Rizzo e Dario Gallo, Daniela Ingrassia, difesa dall’avvocato Antonino Ingrassia, Mara Elisa Campagna, difesa dall’avvocato Fabrizio Biondo.

La donna il 29 giugno dello stesso anno aveva tentato una prima volta di togliersi la vita. Secondo la procura i medici in servizio nel reparto avevano omesso tutte le misure previste in queste occasioni non controllando adeguatamente la paziente che era entrata in ospedale il 26 giugno. Nel corso del processo gli avvocati difensori hanno dimostrato che i medici avevano attivato il protocollo anti suicidi e che la donna era stata visitata e assistita dallo psichiatra.

Nel corso del dibattimento è emerso che il gesto estremo è stato un momento imprevedibile che nulla aveva a che fare con la vita e la storia della donna. Ma la donna insieme al marito aveva rifiutato il ricovero nel reparto di psichiatria. I medici avevano anche acconsentito dopo il primo episodio a fare stare in ospedale il marito 24 ore su 24. Una decisione eccezionale per garantire il massimo controllo. Anche la mattina del 5 luglio nulla faceva presagire un simile gesto da parte della donna. Da qui la decisione del giudice che ha assolto tutti i sanitari perché il fatto non sussiste.

“La povera signora ha trovato la morte laddove cercava la vita – di l’avvocato Giuseppe Canzone che ha assistito i familiari della donna che si sono costituiti parte civile – Abbiamo un’idea ben precisa, a prescindere dalla posizione degli odierni imputati, di evidenti responsabilità. Vedremo le motivazioni e poi decideremo il da farsi, sia in questo processo, che esternamente, per valutare ulteriori posizioni e responsabilità dell’ospedale”.