Nel quadro delle iniziative atte a catalizzare l’attenzione verso lo sciopero globale delle donne dell’8 marzo, le studentesse dell’Assemblea contro la violenza maschile sulle donne propongono un momento pubblico di incontro con Eddi Marcucci, ex combattente delle YPG curde, per discutere e condividere la sua esperienza rivoluzionaria.

L’incontro si terrà mercoledì 6 marzo alle 16.30 presso l’Aula Cocchiara della Scuola di Scienze Umane e del Patrimonio culturale (ex Facoltà di Lettere e Filosofia, edificio 12- Viale delle Scienze).

Spiegano le studentesse dell’Assemblea contro la violenza maschile sulle donne: “Il 3 gennaio la Digos di Torino ha notificato a Eddi Marcucci, come ad altri 4 italiani, la richiesta di sorveglianza speciale per aver sostenuto la rivoluzione del Rojava e la lotta all’Isis. Se per lo Stato italiano è, dunque, “socialmente pericolosa”, per noi, al contrario, è un modello di donna da seguire.
Crediamo sia importante ascoltare la sua esperienza di lotta nella Siria del Nord al fianco di migliaia di altre donne curde, arabe, assire, turcomanne; donne che sono l’avanguardia di questa rivoluzione, che usano il proprio corpo per sostenere e difendere attivamente il diritto all’autodeterminazione del proprio popolo.
Le loro organizzazioni in Rojava sono autonome: sono le donne la soluzione ai problemi delle donne ed è in questo solco che sono nate le Ypj, Unità di difesa delle Donne. Un corpo militare che ha saputo riportare straordinarie vittorie sul campo di battaglia, che ha liberato migliaia di persone dall’orrore dell’Isis, che non ha mai arretrato di fronte agli attacchi di uno stato fascista e patriarcale armato di arsenali come la Turchia”.

L’iniziativa di mercoledì servirà per ricordare l’importante appuntamento della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo in occasione della quale Palermo verrà attraversata da una marea di donne che hanno deciso di lottare per la propria autodeterminazione e di non abbassare la testa di fronte a un sistema che l’assemblea definisce “sessista, razzista e autoritario”.