C’è anche lo stabilimento di Termini Imerese fra le 23 centrali che l’Enel intende chiudere nel territorio italiano. La notizia sarebbe stata fornita dal nuovo amministratore di Enel Francesco Starace il 15 ottobre scorso durante una audizione al Senato passata però sotto silenzio, del cui contenuto nessuno sembra essersi accorto. Ma da allora il progetto è andato avanti tanto che la dismissione è in stato avanzato e il progetto di riconversione ha perfino un sito internet con le indicazioni di tutte le centrali coinvolte.

La vicenda è quella del piano industriale Enel fatto per adeguare la grande azienda elettrica italiana, ex monopolista, al nuovo mercato italiano ed Europea. Con la liberalizzazione e con l’era della produzione elettrica ‘fatta in casa’ il mercato mostra una sovra produzione e dunque Enel deve chiudere 23 centrali vecchie nei sistemi, costose e ormai non più sostenibili.

Dopo la Fiat che ha lasciato il territorio termitano lasciandosi dietro grandi problemi sociali, dunque, tocca anche all’Enel. una dismissione sussurrata da tempo ma che in pochi sapevano essere già una realtà in atto-

Si tratta degli impianti a produzione termoelettrica che offrono 25 mila megawatt di produzione. Da un punto di vista ambientale si tratta di una svolta. L’Enel dismette la produzione da fonti fossili come il petrolio e intraprende la strada della produzione di energie rinnovabili. e avvia un progetto per la riconversione, la riconsegna al territorio e l’impiego delle centrali da parte della amministrazioni locali.

Per far questo – racconta il fatto quotidiano – la società ha creato anche un sito internet specifico, dove sono attualmente in vetrina 22 impianti ormai chiusi (manca il ventitreesimo: Assemini), destinati alla vendita o a progetti alternativi, definendo un progetto chiamato “Futur-e”.

In quasi tutte le realtà territoriali dove sono ubicate le centrali sono in corso contatti con amministrazioni, associazioni imprenditoriali, università per discutere le possibili destinazioni d’uso. Ma su tutto questo vige il silenzio più assoluto. Solo i sindacati iniziano ad alzare la voce preoccupati dalle conseguenze occupazionali di questa chiusura con riconversione ‘verde’ ma non industriale.

Mentre nel silenzio proseguono le operazioni di chiusura Enel precisa, però, che non si tratta di dismissioni pure e semplici. per Termini imerese si tratta solo di una chiusura parziale. Verrà dismesso il vecchio gruppo denominato TI41 anche se il progetto sul sito parla, invece, di dismissione.

“Nulla cambia per le altre 5 unità termoelettriche (a parte TL41), – fanno sapere da Enel – che consentiranno alla Centrale di Termini Imerese di contribuire significativamente, anche nei prossimi anni, alla produzione di energia elettrica e alla stabilità del sistema elettrico della Sicilia occidentale”.

“La chiusura di queste centrali Enel non avrà, comunque, alcun impatto negativo in termini occupazionali, in quanto, laddove necessario, sono state previste ricollocazioni delle risorse coinvolte all’interno del Gruppo Enel”.

Dunque trasferimenti e  ricollocazione del personale, dismissione solo parziale degli impianti e tutto in modo perfettamente trasparente tanto che Enel ha lanciato un sito con tutte le informazioni sul progetto di dismissione. ma accedendo al futur-e.enel.it ovvero proprio il sito in questione si scopre che le centrali in dismissione in Sicilia sarebbero due. oltre termini nella mappa compare anche Augusta e non c’è traccia di dismissione parziale.

La produzione industriale continua a lasciare la Sicilia e della riconversione verde alla quale la nostra isola sarebbe vocata non c’è notizie