Palermo

Due adolescenti spariscono da casa, ritrovate grazie ai social

Due ragazzine di 15 e 16 anni era fuggite dalle loro abitazioni a Palermo e sono state ritrovate dai carabinieri grazie ai social.

I militari le hanno rintracciato grazie alle ricerche avviate dopo la denuncia dalle mamme . Le due donne si sono presentate negli uffici della stazione Centro segnalando la scomparsa delle figlie, due amiche che si conoscevano e frequentavano da tempo, che erano uscite di casa alcune ore prima facendo perdere le tracce.

I carabinieri hanno avviato le indagini facendo affidamento in prima battuta sui profili social delle due. Dopo aver incrociato i dati, tra storie e follower su Instagram e TikTok, gli investigatori sono riusciti a risalire all’abitazione di un giovane, conoscente di un amico delle sedicenni, dove poi sono state effettivamente trovate.

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Il ragazzo ritrovato a Ballarò

Era scomparso da Catanzaro dove vive con la famiglia e la madre stamattina aveva presentato la denuncia ai carabinieri. Massimo, 14 anni, è stato ritrovato poco dopo l’ora di pranzo, vagava per Ballarò, nel cuore di Palermo.

Storia a lieto fine

Una storia a lieto fine grazie all’intuito di tre donne e un uomo, volontari dell’associazione Sbaratto, operativa nel popolare mercato, che si sono imbattuti per caso nel giovane.

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Il ragazzino cercava alloggio

A loro si era rivolto il ragazzino, in via Nino Martoglio: “Scusate cerco un B&B dove alloggiare”. I quattro si sono subito accorti che c’era qualcosa di strano.

Il racconto di chi lo ha incontrato

“Si capiva che era un minorenne – racconta Cetti Sauro, vicepresidente dell’associazione – Gli ho chiesto da dove venisse, prima ha risposto Milano, poi Roma ma era evidente che fosse del Sud Italia, aveva due sacchetti in mano”.

I quattro hanno cominciato a fargli domande. Il ragazzo mostrava nervosismo, ripeteva che cercava un alloggio e si raccomandava che non chiamassero i carabinieri. “A quel punto lo abbiamo quasi circondato per evitare che si allontanasse ma rassicurandolo”, dice Giovanni Giordano.

Massimo si è poi confidato con la gente di Ballarò e ha raccontato che veniva da Catanzaro ed era fuggito da casa, arrivando a Palermo in treno.

“Lo abbiamo convinto a telefonare alla madre”

“Lo abbiamo convinto a telefonare alla madre per rassicurarla – dice Cetti Sauro – Aveva il telefono spento, lo ha acceso e ha fatto la chiamata. Poi io stessa ho parlato con la signora, per tranquillizzarla dicendole che il figlio era in buone mani”. Poi sono giunti i carabinieri avvisati da uno dei volontari. I due militari hanno parlato col ragazzo, tranquillizzandolo e poi con la madre.

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