Il suo accusatore non ha esitato davanti ai giudici della quarta sezione del tribunale a riferire fatti e circostanze. Resta ai domiciliari Giuseppe Faraone, ex consigliere comunale di Palermo, eletto l’ultima volta nel 2012 nel Megafono.

Secondo l’imprenditore Giuseppe Arnone, Faraone avrebbe fatto da mediatore in un tentativo di estorsione commissionato dai presunti boss Sandro Diele e Onofrio Terracchio, già condannati in primo grado con l’abbreviato. Sarebbe stato Faraone e dire ad Arnone, che dei suoi amici avevano saputo che stava lavorando ad un grosso capannone in via Ugo La Malfa, e che sarebbe stato bene per lui ‘mettersi a posto’.

Come riporta il Giornale di Sicilia, la deposizione è stata resa da Arnone ieri mattina nell’ambito del troncone in ordinario del processo «Apocalisse».

“Gli ho detto che non avrei pagato nessuno”, ha detto Arnone. E la sua vita sarebbe diventata un inferno: “Ho ricevuto delle telefonate a casa, in cui qualcuno mi diceva: «Non hai capito che ti devi mettere a posto? Vedi di trovarti un amico”».
Da quel momento, così ha spiegato l’imprenditore, “a casa mia è sceso il terrore, mia moglie non dormiva più, i miei figli non potevano più uscire da soli…”.

L’ imprenditore avrebbe riferito delle presunte minacce a Faraone che, secondo il suo racconto, si sarebbe limitato a sorridere. Al processo l’ex consigliere ha voluto rendere dichiarazioni spontanee: «Io non capisco perché sono qui… Ho sempre solo fatto del bene e ho aiutato sempre chi me lo ha chiesto…” ed è scoppiato a piangere.

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