“Abbiamo individuato le persone più adatte a rappresentare il Pd in Europa, non ci sono sfide tra correnti o dinamiche locali. Siamo uniti attorno ai nostri candidati”. Così il segretario del Pd in Sicilia, Davide Faraone, presentando a Palermo i candidati siciliani dei dem nella circoscrizione isole alle europee del 26 maggio.
Nella sede del Pd sono presenti la capolista Caterina Chinnici e gli altri candidati: Michela Giuffrida, il medico Pietro Bartolo, Attilio Licciardi, Virginia Puzzuolo, Mila Spicola e Leo Ciaccio. Faraone ha ricordato due dirigenti dem scomparsi nei giorni scorsi: Maria Fasolo e Gianni Parisi. “Sono state due persone sempre presenti in tutta la nostra attività politica, avendo avuto un ruolo decisivo”, ha detto Faraone.
Poi, il segretario del Pd in Sicilia ha aggiunto: “L’obiettivo è di superare il risultato delle politiche, non faccio altri pronostici su voti candidati e percentuali”.
Il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo ha spiegato: “Da trent’anni mi occupo di migranti e lo faccio da medico e da uomo, per me ora è arrivato il momento di entrare in politica e ringrazio per questo il segretario Zingaretti. Credo nelle politica, quella nobile e che è a servizio della gente. Voglio portare in Europa i valori della solidarietà sociale e del rispetto”.
E ancora: “Accoglienza, fratellanza, integrazione. Ma soprattutto rispetto, la più bella delle parole della nostra lingua. Sono questi i valori che con la mia esperienza mi auguro di poter portare in Europa”
Bartolo, che dal segretario dem Davide Faraone è stato presentato come “la nostra sfida per rappresentare la vera alternativa a Salvini”, ha raccontato la sua esperienza, trentennale e volontaria, da medico di frontiera a Lampedusa, “quando la mia isola – ha detto – è stata l’unica porta d’Europa. E tutta la comunità Europea ha riconosciuto all’Italia, proprio grazie a Lampedusa, il grande valore della nostra capacità d’accoglienza”.
“Ho visto cose terribili – ha aggiunto – che nessuno dovrebbe vedere e che nessuno vorrebbe sapere. Ma che andavano raccontate. L’ho fatto con un film, poi con un libro e un altro ancora. Non è bastato. Da tre anni dedico tutti i miei fine settimana, esclusa l’attività medica che continuo a svolgere a Lampedusa dal lunedì al venerdì, per andare nelle scuole, nei teatri, nei circoli, per portare la mia testimonianza in giro per l’Italia e per l’Europa. Adesso è arrivato il momento di entrare in politica, perché credo nella buona politica. Perché questi accordi fatti con la Libia non fanno parte della nostra cultura italiana. Perché non è più accettabile rifiutare queste persone in un momento in cui in Libia c’è la guerra”.
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