ultima tappa del viaggio di BlogSicilia fra i candidati alle europee di domenica prossima. Stavolta risponde alle 4 domande che il nostro giornale sta ponendo a tutti quelli che abbiano voglia di presentarsi all’elettorato in maniera fattiva e concreta Raffaele Stancanelli, candidato di FdI, che è stato uno degli uomini chiave dell’operazione che ha portato Nello Musumeci a diventare presidente della Regione e dunque alla rinascita del Centrodestra in Sicilia. Riconosciuto da tutti come l’uomo aggregante della destra catanese, o forse del centro destra della Sicilia orientale, Raffaele Stancanelli ha avuto un ruolo anche nell’elezione di Salvo Pogliese a sindaco di Catania. Oggi corre per le europee sotto le insegne della Meloni

Se eletto, quali sono le azioni concrete che intende portare avanti al Parlamento europeo per lo sviluppo e il lavoro in Sicilia?

I nostri giovani da un paio di decenni almeno, sono costretti ad andare all’estero per trovare lavoro. Questa emorragia purtroppo non accenna a diminuire. Per fare in modo che i nostri ragazzi restino in Italia, è necessario puntare su nuove iniziative che creino lavoro: tutelare il made in Sicily, aiutando le nostre imprese. Dobbiamo creare le condizioni affinché il nostro territorio possa sviluppare le produzioni tipiche dell’Isola, per poi esportare i nostri prodotti all’estero, garantendo i nostri marchi contro la concorrenza sleale e i fake spacciati come beni di origine siciliana.

In sintesi serve più Europa o meno Europa per superare la conflittualità fra paesi Ue? Troppe differenze frenano lo sviluppo o sono i nazionalismi a frenarlo? In concreto come si esce da questo dualismo che i cittadini non capiscono e come si fa capire loro cosa è veramente l’Europa e a cosa ci serve?

L’agricoltura è un settore trainante della nostra economia ed è capace, avendone tutte le potenzialità, di competere rispetto ai concorrenti internazionali, ma gli agricoltori hanno bisogno di una mano per riqualificare il settore e in questo l’Europa può essere d’aiuto. Ma non fissando regole inutili come la misura dell fagiolino o della zucchina, ma agevolando le produzioni locali. C’è un ritorno all’agricoltura da parte dei giovani, soprattutto per le produzioni agricole specializzate. Per questo, per creare nuova occupazione e allontanare il più possibile le infiltrazioni mafiose e le truffe, bisogna puntare sulla preparazione dei giovani, attraverso la formazione, dando loro tutti gli strumenti possibili per l’avvio della propria attività, agevolando dal punto di vista anche burocratico, il cammino verso la realizzazione di produzioni tipiche del nostro territorio, penso al fico d’india (ho recentemente visto che ci sono aziende che sfruttano anche le foglie per la realizzazione di prodotti alimentari e nel settore cosmetico), penso alle nuove specialità di agrumi tipiche della nostra terra che solo qui siamo in grado di produrre e che hanno un grande successo a livello internazionale.

Parimenti quali azioni ritiene siano i fondamentali, nel concreto, per sostenere l’agricoltura superando le oggettive difficoltà dovute all’enorme mole di truffe nel settore e intervenendo per arginare le infiltrazioni mafiose?

“Il sistema di controllo, sia regionale che nazionale, deve essere potenziato. Ma non è sufficiente. È necessario che i criteri di accesso al Programma di sviluppo rurale siano più selettivi, che siano inserite delle premialità per le aziende che sono in regola. Vede, la lotta alla mafia è compito dei governi nazionali. E i lavoratori della terra in Sicilia sanno bene di quanto sangue sono stati bagnati i loro percorsi. Guardi che l’Unione investe e destina milioni e milioni di euro per il sostegno agricolo, anche in Italia e in Sicilia. Basta chiedere agli operatori del settore. Ovviamente, come in tutti i campi, si devono migliorare gli interventi e potenziare i controlli. E questo è anche un lavoro che si deve fare in Europa”.

Ritiene che l’attuale politica di convergenza sia stata adeguata? Come intende operare per il mantenimento dei livelli di contribuzione europea e per l’infrastrutturazione dell’isola, la continuità territoriale, il riconoscimento delle condizioni di svantaggio oltre l’obiettivo convergenza e in particolare con riferimento all’insularità? O ritiene siano altre le strade da perseguire?

“Io credo che non si sia fatto ancora abbastanza per sfruttare al massimo le risorse che l’Europa ci ha messo a disposizione fino adesso. Ciò e successo per mancanza di conoscenza e di formazione adeguata ma soprattutto perché i nostri governi nazionali, in particolare negli ultimi anni, poco o nulla hanno fatto per l’elaborazione di progetti validi e specialmente per fare in modo che questi disegni venissero poi supportati a livello europeo.
Per quanto riguarda la continuità territoriale e il riconoscimento delle condizioni di svantaggio insulare, le tariffe aeree sono sotto gli occhi di tutti, sempre tra le più alte d’Europa, e le infrastrutture ancora sottosviluppate (strade come mulattiere, rete ferroviaria praticamente inesistente, sistema portuale tutto da implementare). Noi vogliamo un imponente piano nazionale ed europeo di investimenti pubblici che aiuti le nostre imprese e al contempo crei nuovo lavoro. Un piano che ci consenta di sviluppare infrastrutture, trasporti, rete digitale, edilizia scolastica, messa in sicurezza del territorio. Tutto ciò è possibile togliendo le spese per investimenti dal computo dei parametri europei”.

In sintesi serve più Europa o meno europea per superare la conflittualità fra paese Ue? Troppe differenze frenano lo sviluppo o sono i nazionalismi a frenarlo? In concreto come si esce da questo dualismo che i cittadini non capiscono e come si fa capire loro cosa è veramente l’Europa e a cosa ci serve?

“Io sono un europeista convinto così come Fratelli d’Italia. Ma non sono per un’Europa dell’eurocrazia e della finanza e degli speculatori ma per un’Europa delle Nazioni, che possa tutelare le tradizioni e le identità dei propri popoli rispetto al resto del mondo trovando una convergenza, ma ciascuno conservando le proprie peculiarità.
Il voto di domenica prossima sarà utile se dato a Fratelli d’Italia che da sempre si spende per far sì che l’Europa, purtroppo invisa ai cittadini, non può essere quella che è oggi, fatta di regole, regolette e imposizioni. Noi la vogliamo cambiare con l’Europa Nazione, l’Europa dei popoli, ciascuno dei quali mantenga la propria identità e tradizione”.