E’ stata evitata una guerra di mafia e un omicidio nel trapanese. L’operazione è scattata questa notte nei comuni di Marsala e Mazara del Vallo in provincia di Trapani.
I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi, nei confronti di 14 persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, detenzione illegale di armi e munizionamento, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose. (GUARDA QUI LE FOTO DEI 14 FERMATI)
L’intervento costituisce un’ulteriore fase dell’articolata manovra investigativa sviluppata dal Ros, con il coordinamento della Procura di Palermo, per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro, che ha già consentito dal 2009 l’esecuzione di 61 provvedimenti cautelari a carico della sua rete di fiancheggiatori.
Al centro del provvedimento il mandamento di Mazara del Vallo e la sua articolazione territoriale rappresentata dalla famiglia mafiosa di Marsala, capeggiata da Vito Vincenzo Rallo secondo le direttive del latitante Matteo Messina Denaro.
Le indagini sono state dirette dai sostituti procuratori Carlo Marzella, Pieluigi Padova e Gianluca De Leo hanno permesso di individuarne gli assetti ordinativi e le gerarchie, evidenziando l’operatività di una decina radicata nella frazione marsalese di Strasatti e nel limitrofo comune di Petrosino.
In particolare, le investigazioni hanno consentito di accertare l’esistenza di due sottogruppi di affiliati riferibili, il primo, a Nicolò Sfraga, uomo di stretta fiducia del capo famiglia marsalese, il secondo a Vincenzo D’Aguanno che, malgrado riconoscesse l’autorità di Vito Vincenzo Rallo, era insofferente alle ingerenze dello Sfraga nella spartizione delle risorse economiche del territorio di competenza.
Le due fazioni potevano entrare in conflitto tra loro. E’ stato lo stesso Matteo Messina Denaro ad portare la pace.
In particolare, le disposizioni del latitante portate da Nicolò Sfraga al capo decina nel corso di una movimentata riunione nel gennaio 2015 quando, nel riferire le volontà di Messina Denaro, forniva importanti ed inediti elementi sia in ordine alla sua presenza nel territorio della provincia di Trapani, sia in merito alle dinamiche di funzionamento di Cosa nostra marsalese.
L’indagine ha documentato anche il ruolo qualificato di Rallo anche per dirimere contrasti nella gestione di attività estorsive, fuori dalla provincia di Trapani in particolare con i mandamentali di San Giuseppe Jato in provincia di Palermo.
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