Banche, sempre più meno sportelli e aumenta il pericolo di desertificazione. La Fabi, Federazione Autonoma Bancari Italiani, sindacato più rappresentativo del settore credito nella Regione e in tutt’Italia, col proprio coordinatore  per la Sicilia Carmelo Raffa chiama in causa il mondo partitico e istituzionale perché affronti seriamente una politica per il rilancio economico nell’isola e ciò anche per impegnare le banche anziché pensare a dismettere ulteriori sportelli a incrementare la presenza sui territori con investimenti produttivi.

Appello al bancario Musumeci

“Il presidente della Regione, Nello Musumeci, di professione “bancario” – dice il coordinatore Fabi Sicilia – lasci da parte eventuali paure forse relative ai 150 milioni di tasse versate annualmente e legittimamente alla Regione Sicilia da parte di Unicredit e togliendosi la veste del coniglio s’intesti una vera battaglia per evitare che gli Istituti di Credito continuino indisturbati nell’opera di smantellamento degli sportelli, lasciando il pieno deserto nei piccoli comuni”.

“Sono sconfortanti i dati sulla chiusura degli sportelli bancari in Sicilia tratti dal bollettino della Banca d’Italia del marzo 2022 che riportano la situazione 2021 rispetto al 2020”. E’ il giudizio della Uilca Uil Sicilia che parla di tagli importanti nell’Isola e che quindi pongono il problema di un rischio usura ancora più elevato.

Trend da anni

“Un trend che segnaliamo da anni – dichiara Gino Sammarco, dirigente regionale Uilca Uil Sicilia -, ma che sembra non interessare la politica tesa soltanto ad ambizioni personali e lontana dal mondo reale e da qualunque progettualità economico finanziaria sul futuro della Sicilia. Con la crisi che morde, la pandemia, la guerra, l’inflazione in crescita esponenziale le famiglie e le imprese non trovano più sportelli bancari nei propri comuni e finiscono nelle mani spesso di finanziarie che propongono tassi al limite dell’usura quando non sono preda di scellerati usurai”.

Altre chiusura in vista

“In particolare per la fusione tra Cassa Risparmio Genova e Banca Popolare Emilia Romagna – aggiunge Sammarco – scompariranno nel giro di poche mesi in Sicilia altri sportelli. Ed anche Intesa San Paolo ed Unicredit chiuderanno filiali. I dati del 2021, rispetto al 2020, riportano 1.122 sportelli Abi rispetto ai 1.174 dell’anno precedente, quindi 52 in meno. La provincia più colpita quella di Palermo, 14 sportelli in meno, Catania, 9 filiali chiuse e Messina, 8 sportelli in meno; Trapani e Agrigento, 7 chiusure; Siracusa perde 4 sportelli e Caltanissetta 2. I bancari in Sicilia sono diminuiti di 526 unità, fra esodi e pensionamenti anticipati, passando dai 9.529 del 2020 ai 9.003 del 2021. La provincia più penalizzata sempre Palermo, dove diminuiscono 320 lavoratori, poi Messina, in flessione di 53 bancari, Catania meno 47, Agrigento meno 45, Siracusa meno 39, Caltanissetta meno 8”.

Un colpo dalla politica

“A pochi mesi dalle elezioni regionali – conclude Sammarco – sarebbe auspicabile che i candidati al governo della Regione Siciliana presentassero alle parti sociali il proprio programma sul credito in Sicilia e sulla lotta all’usura anche rispetto alle attività finanziarie di Irfis-FinSicilia e Irca. Un momento di chiarezza e di confronto che potrebbe portare sul tavolo degli amministratori delegati delle più grandi banche italiane il caso Sicilia”.

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