Il giudice Paolo Magro ha condannato i quattro imputati per le false vaccinazioni avvenute all’hub della Fiera del Mediterraneo, dove due infermiere in cambio di denaro, 400 euro circa, anziché iniettare il farmaco contro il Covid lo avrebbero buttato in una garza, come era emerso da un’inchiesta della digos, tra dicembre del 2021 e gennaio del 2022 in piena pandemia.
Il pagamento dei no vax
Qualcuno, soprattutto tra i no vax, avrebbe pagato pure di non entrare in contatto con il “siero” e avere però lo stesso il green pass necessario in quel momento per svolgere quasi ogni attività, altri invece sarebbero stati non vaccinati a loro insaputa, per una scelta di una delle infermiere. le due infermiere dell’ospedale Civico, estraneo ai fatti, Giorgia Camarda e Anna Maria Lo Brano sono state condannate a sei anni di carcere.
Le condanne
Per l’attivista no vax Filippo Accetta 4 anni e 6 mesi di reclusione e per Giuseppe Tomasino 4 anni e 4 mesi. I due avrebbero pagato pur di sottrarsi alla vaccinazione. I quattro erano andati a giudizio con l’immediato, visto che le prove contro di loro, soprattutto video – sono state ritenute lampanti. Si sono costituiti parte civile l’Ordine degli infermieri, rappresentato dall’avvocato Gaetano Priola, l’ospedale Civico e anche alcune persone che, convinte di essersi vaccinate, avevano poi scoperto che la loro dose era stata buttata in una garza.
Gli arresti
I quattro furono arrestati perché sulla scorta di intercettazioni ed immagini captate dalla Digos emergeva chiaramente il gesto di sbarazzarsi del vaccino. Lo Brano, durante l’interrogatorio, aveva ammesso le sue responsabilità, spiegando di aver agito perché avrebbe avuto bisogno di soldi per sostenere gli studi universitari del figlio. Camarda, invece, sarebbe stata spinta da un ferrea convinzione no vax, si faceva persino il segno della croce prima di procedere, tale da arrivare a non vaccinare anche persone che chiedevano e volevano la somministrazione contro il Covid.
Tra chi avrebbe pagato per non vaccinarsi erano stati individuati anche un pregiudicato e un poliziotto (per loro ed un’altra decina di persone è pendente un altro processo). Ma soprattutto Accetta e Tomasino. Pur non avendo ricevuto alcun farmaco, il secondo si sarebbe comunque convinto di stare male. In alcune intercettazioni, infatti, chiamava l’attivista no vax e gli chiedeva: “Rimmi una cosa, a mia mi fa un pochettino u vrazzu, a tia ti fa male sulu u vrazzu?” e l’altro rispondeva: “No a mia un fa male niente”. Tomasino: Però viri ca io nnà bambagia c’u vitti iccari… Ma io mi scantu ca chista…”.
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