Ha moglie e figlia di due anni con problemi di salute, ma il vice ispettore palermitano trasferito a Milano deve ancora restare nel capoluogo lombardo. Il giudici del Tar Lombardo, a cui si è rivolto l’agente di polizia, assistito dagli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, gli hanno dato ragione. I giudici amministrativi, dopo aver riconosciuto l’indispensabilità della presenza del poliziotto presso la propria residenza familiare, hanno però rinviato l’udienza pubblica a settembre 2025, lasciandolo lontano dalla famiglia.
“La decisione del Tar, che richiama un orientamento del Consiglio di Stato secondo cui anche una carenza organica del 6% può giustificare il diniego di un trasferimento, rischia di diventare un grave precedente: in un settore come quello delle forze dell’ordine, caratterizzato da carenze strutturali, questo principio equivale di fatto alla cancellazione dell’istituto dell’assegnazione temporanea – dicono gli avvocati –
Essere figli di appartenenti alle forze dell’ordine, con questo orientamento, significa rinunciare alla presenza di uno dei propri genitori, costretti a scegliere tra la famiglia e il servizio allo Stato – denunciano Francesco Leone e Simona Fell, fondatori dello studio Legale Leone Fell, e Raimonda Riolo, difensore del vice ispettore – È inaccettabile che in nome di un principio così distorto si calpestino i diritti fondamentali di un bambino e di una famiglia in difficoltà, specialmente quando, come emerso in giudizio, anche la sede di Palermo presenta gravissime carenze di organico, superiori a quelle di Milano. Questo caso non è solo una battaglia giudiziaria, ma una battaglia di civiltà”.
Il caso solleva questioni cruciali non solo per il singolo ricorrente, ma per tutti i dipendenti delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate: se questo orientamento dovesse consolidarsi, ottenere un’assegnazione temporanea per esigenze familiari diventerebbe un’impresa impossibile, con conseguenze devastanti per centinaia di famiglie in tutta Italia.






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