Arrivare a fine mese, per una famiglia siciliana, costa quasi 2 mila euro, e cibo, bollette e benzina pesano enormemente. Proprio buona parte di queste spese se ne vanno nelle cosiddette “spese obbligate”. Per l’esattezza la cifra si attesta a 1.992 euro nell’anno 2021. La regione si trova ancora sotto la media nazionale, che sale a 2.437 euro, e ben al di sotto delle regioni più esose, come la Lombardia, a 2.904 euro di spesa mensile, e la provincia autonoma di Bolzano, che raggiunge i 3.116. E’ in linea invece, con le regioni del Sud, come la Campania, la Calabria e la Basilicata. Questi sono i dati consolidati per ripartizione geografica riferiti al 2021, forniti dall’ufficio studi della Cgia di Mestre. Ad emergere come l’incidenza della spesa obbligata su quella totale sia più alta nel Sud e nelle Isole rispetto alle altre aree del Paese.
Minore capacità di spesa per le famiglie
Il dato è evidentemente legato alla minore capacità di spesa delle famiglie del Mezzogiorno, dove le entrate mensili sono tendenzialmente più basse. Per cui buona parte dei guadagni finiscono per essere spesi in oggetti, beni e servizi indispensabili. Guardando invece alla sequenza storica, a partire dal 2017, l’incidenza delle spese obbligate sul totale cresce tendenzialmente fino a toccare la punta stimata per il 2022 del 59,6%. Nel 2014 si era fermi al 53,5%, e tale valore è cresciuto molto lentamente fino al 2019. Questo mentre la pandemia e poi le ripercussioni della guerra in Ucraina hanno fatto impennare la percentuale. Per il 2022 è previsto un aumento fino al 59,6% e si è ancora in attesa di questo dato definitivo.
Nelle spese anche l’eventuale affitto
Nell’analisi è stato considerato anche il costo che si dovrebbe sostenere per poter prendere in affitto una casa con le stesse caratteristiche di quella di proprietà. L’analisi dell’ufficio studi della Cgia scende ancora più in profondità. Gli esperti sono andati a disaggregare i dati nelle tre voci che costituiscono le spese obbligate. Ed emerge come la somma dei consumi per le bollette (luce, acqua, gas, rifiuti, etc.), del cibo di prima necessità (pane, latte e carne) e dei carburanti (gasolio, benzina, pedaggi, etc.) ammonta ad oltre il 52% della spesa obbligata media annua della famiglia italiana (pari a 1.202 euro).
I costi che incidono per la casa
All’interno della voce “Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” le bollette sfiorano il 54% dell’intero costo della voce. La spesa per pane, latte e carne, invece, è pari al 50% della spesa totale per gli “Alimentari e le bevande analcoliche”. Carburanti e pedaggi, infine, ammontano al 53% della spesa totale della voce trasporti. Insomma, a causa dell’inflazione, si spende di più, e la gran parte della spesa per cibo, carburanti e bollette è legata a alle spese che si fanno per “vivere” e per recarsi sul luogo di lavoro.
L’incremento medio nazionale
Tra il 2021 e il 2022, infatti, le uscite per le spese obbligate della famiglia media italiana, sono incrementate di 171 euro (+16,6%). Diversamente, quelle complementari (o consumi commercializzabili) languono. E le minori disponibilità hanno portato a conseguenze importanti sulle entrate degli operatori del settore. Da una parte la grande distribuzione organizzata e le vendite on line hanno registrato risultati positivi. Ma le attività commerciali e artigianali di piccola dimensione dei settori quali alcolici, abbigliamento e calzature, mobili, tempo libero, ristorazione, ricettivo, istruzione, sanità, cura della persona hanno invece visto peggiorare la propria condizione economica. Questo perché non hanno potuto operare sul prezzo o sulle condizioni di vendita.
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