Quattro persone, un padre e tre figli di una paziente ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo hanno aggredito ieri un infermiere e un vigilante al pronto soccorso del Cervello. Li hanno colpiti a calci e pugni e poi hanno tentato di strangolare l’infermiere. Nella rissa hanno provocato danni all’area di emergenza.

I tre hanno urlato e minacciato che la vicenda non sarebbe finita lì e che l’avrebbero fatta pagare a tutti. A lanciare l’allarme sono stati i sanitari del 118 che hanno chiamato il 112. Sono arrivati gli agenti della polizia di Stato che indagano.

Fials, applicare normativa nazionale contro aggressori

“La Fials Palermo denuncia con sdegno e preoccupazione quanto accaduto. Giuseppe Forte, Antonino Ruvolo e Giovanni Cucchiara della segreteria provinciale Fials esprimono “massima solidarietà ai lavoratori aggrediti. Auspichiamo che la normativa nazionale possa essere applicata quanto prima in maniera stringente. Ringraziamo sia il primario sia la direzione sanitaria che appena informati dei fatti si sono precipitati in pronto soccorso a supporto non solo dell’operatore aggredito ma di tutto il personale in turno”.

Nursind, posti polizia in pronto soccorso

“Chiediamo il ripristino dei posti di polizia all’interno dei reparti di pronto soccorso”. È l’appello lanciato dal Nursind Palermo all’indomani dell’ennesima aggressione avvenuta all’ospedale Cervello ai danni di un infermiere. La segretaria provinciale, per voce di Aurelio Guerriero e Alfredo Guerriero, e il segretario aziendale Fabrizio Bilello, e i componenti della Rsu, esprimo solidarietà e rivolgono un forte abbraccio al collega ferito: “Ieri è stato l’ennesimo giorno di aggressioni a scapito del personale sanitario. Siamo stanchi di pagare con la nostra salute i ritardi del governo nazionale e regionale nell’affrontare con grande determinazione questa problematica.. Come segreteria aziendale Nursind non possiamo che stringerci al fianco del collega che per l’ennesima volta subisce un atto vile di violenza da chi non ha ne dignità e rispetto per chi si trova in “trincea”. Purtroppo ogni giorno gli operatori sanitari timbrano il cartellino e si trovano a svolgere la propria professione sapendo che con molta probabilità incontreranno persone senza dignità che non hanno nulla da perdere. Ci auguriamo che vengano messi in atto i nuovi decreti per punire questi atti infami. Speriamo che il collega oltre al trauma fisico si riprenda presto anche dal trauma psicologico che un gesto come questo può provocare in ognuno di noi”.