In Sicilia la Lega di Matteo Salvini rischia di “esplodere”. Di gocce che avrebbero fatto traboccare il vaso ve ne sono più d’una e la questione interessa Palermo, Catania e Agrigento. E la candidatura a sindaco di Palermo di Davide Faraone rischia di essere la spallata che fa saltare il tappo.
I mal di pancia sulla candidatura a Palermo
Andiamo con ordine. L’annuncio della candidatura a sindaco di Palermo di Davide Faraone con l’ipotesi di appoggio da parte dei forzisti avrebbe creato un po’ di mal di pancia. A Palermo la partita è aperta e potrebbero esserci interessanti colpi di scena. Una eventuale rottura del centro destra potrebbe dare vita ad alleanze anomale e anche alla nascita di aggregazioni sperimentali.
A Catania Lega fuori dalla giunta
A Catania la fuoriuscita dalla giunta dei due assessori leghisti testimonia le tensioni con Fratelli d’Italia che possono essere frutto delle fibrillazioni che vi sono nel partito, legate al recente ingresso di Luca Sammartino. Una questione apertissima che mina il già delicato equilibrio della Lega etnea. Allo stato vi sono almeno tre correnti: gli aderenti della prima ora, quelli vicini al segretario Minardo e le “truppe” di Sammartino. L’ ingresso di quest’ultimo viene visto dai minardiani, che rivendicano la crescita del partito, quasi come un’Opa sul partito stesso.
Agrigento e l’azzeramento dei vertici
Altra situazione delicata si vive ad Agrigento, dove il segretario regionale della Lega, Nino Minardo, ha azzerato tutte le cariche e commissariato il partito. A quanto pare senza darne comunicazione agli storici riferimenti locali, a cominciare dall’eurodeputata licatese Annalisa Tardino, già nominata coordinatore provinciale, esclusa da ogni tipo di decisione. Alcuni militanti non avrebbero gradito tutto ciò e starebbero già pensando di migrare altrove, anche in seguito alla debacle delle amministrative dove la Lega è risultata inesistente. Una situazione esplosiva che rischia di vanificare il lavoro fatto fino ad ora che ha consentito, seppur con difficoltà, di far crescere la Lega in Sicilia.
Uno scontro sulla leadership
I bene informati dicono che vi è in atto uno scontro sulla leadership in Sicilia: da un lato il neo segretario Minardo, dall’altro il nuovo “acquisto” Sammartino. E tutti e due devono fare i conti con gli storici aderenti al partito che lamentano incoerenza politica e assenza di tutela da parte del leader nazionale nei confronti di chi ha costruito il partito.
Musumeci candidato che divide
In questo contesto si inserisce anche l’annuncio del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che di fatto ha aperto, con quasi un anno di anticipo, la sua campagna elettorale. Mettendo, in pratica le così dette ‘mani avanti’. Il messaggio è chiaro: un candidato presidente c’è già ed è inutile che vi affanniate ad avanzare ipotesi. Un annuncio che qualcuno leggerebbe anche come un “liberi tutti”. Con esiti, al momento, imprevedibili. E cosa accadrebbe se ci fossero elezioni nazionali anticipate? In questo quadro un’unica certezza: la candidatura a sindaco di Catania della senatrice Valeria Sudano. Per il resto, la Lega sta giocando con fuoco rischiando di restare fuori dai giochi palermitani e da quelli regionali.
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