“Da una vita combattiamo contro i notabili delle tessere siciliane che chiedono al papà romano di turno di sculacciare l’insubordinato Faraone in Sicilia. Sapete quanti emissari, grigi burocrati hanno fatto venir giù per dirci, “questo non potere farlo”, “questo non potete dirlo”…”.

Lo scrive su Facebook il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone, senatore dem rispondendo aòlle affermazioni fatte ieri sera da Zingaretti a Catania. “Gente che sconosce il Sud, la Sicilia, che magari si è fatto qui solo una vacanza, che viene in astronave, ci fa la lezioncina e poi torna nella sua comoda poltrona romana. Abbiamo sempre deciso di andare avanti senza di loro, spesso scontrandoci. Non cambierò certo a 43 anni – prosegue Faraone -. Fra meno di tre settimane monteremo i gazebo in tutta la Sicilia per scegliere il segretario nazionale del Pd. Sono felice quando si dà la parola ai cittadini, quando non si ha paura della partecipazione e quando si dice, “vinca il migliore”.

In Sicilia, due mesi fa, questa festa è stata rovinata. Abbiamo dovuto smontare i gazebo all’ultimo momento, sono rimasto solo in campo. Il candidato che doveva misurarsi alle primarie è scappato. Perché? Avrebbe perso. Molto più semplice rivolgersi al “paparino” romano che chiedere ai siciliani il consenso. Anch’io ho perso tante volte, ma non mi sono mai sottratto ad una partita che non ho avuto il coraggio di giocare”.

“Un consiglio – conclude Faraone – al governatore del Lazio (Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria, ndr) per il prossimo tour in Sicilia: oltre che venire quaggiù a parlare dell’insubordinato Faraone, la prossima volta può anche dir qualcosa su un altro Davide, Casaleggio per esempio, o magari dir qualcosa sulla porcheria del pacchetto secessione che sta preparando la Lega Nord. C’è ancora tempo, forza! Noi intanto continuiamo a lavorare, non abbiamo il tempo per le polemiche”.

Con ingaretti, invece, l’ex presidente Crocettiano del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, già responsabile Legalità del Pd.

“La lotta alle mafie deve ritornare ad essere fatta con passione, la stessa che animava Peppino Impastato – afferma Antoci -, e ridiventare parte fondante di una nuova agenda politica che ispirandosi a Pio La Torre e Piersanti Mattarella possa rappresentare un faro e un impegno quotidiano”. “La lotta alle mafie deve crescere nel vasto campo della tutela dell’ambiente e dello sviluppo agricolo e turistico del territorio, come ho avuto modo di sperimentare durante la mia presidenza al Parco dei Nebrodi – prosegue -, e deve, inoltre, supportare progetti più ampi di salvaguardia della salute pubblica attraverso, per esempio, processi di decarbonizzazione nel settore industriale o di diffusione della dimensione educativa con la scuola a tempo pieno”.

“Adesso nel Pd occorre voltare pagina e affidare il timone a chi, come Nicola Zingaretti, puó rappresentare un’opportunità importante per rigenerare il Pd e la sinistra”.