Un Nicola Zingaretti a tutto campo quello di oggi a Catania. Il candidato alla segreteria del Pd non ha potuto non dire la sua sulla tornata elettorale abbruzzese, commentando sia il risultato del centrosinistra sia quelle delle altre forze politiche. Con i giornalisti anche un piccolo sui vent’anni del commissario Montalbano interpretato dal fratello Luca, in onda da stasera con i nuovi episodi su Raiuno.

La prima battuta è sulle elezioni regionali: “Io lo dico da mesi. Noi possiamo dare una speranza solo con un nuovo Pd aperto, più unito e più unitario. Legnini in pochi mesi ha cercato di costruire questo e non ce l’abbiamo fatta perché ha vinto certamente la Lega e questo gli va riconosciuto”.  “Basta con l’isolamento con l’atteggiamento borioso sulle alleanze – aggiunge – ci vuole molto più radicamento sociale e una agenda fatta su una sola parola: lavoro”.

“Io penso e lotto – aggiunge Zingaretti – affinché il nuovo Pd esca e uscirà il 3 marzo facendo esattamente questo. Bisogna fare di tutto in questo Paese per creare lavoro, perché la propaganda di Salvini e di Di Maio è su tante cose, ma nasconde una tragedia che sta accadendo in Italia: crollo del lavoro, della produzione industriale, del Pil”. “Siamo isolati a livello internazionale – osserva Zingaretti – e per nascondere questo ogni giorno se ne inventano una. Così non si fanno gli interessi degli italiani come dice Salvini, ma di chi gestisce il potere in questo momento”.

Un commento che non può lasciare fuori il risultato conseguito dal centrodestra con il successo della Lega ma anche il crollo del M5S.

“Salvini ancora tiene. Il voto abruzzese ci dice che Di Maio e quel partito sono complici e vittime di un disegno drammatico per la vita degli italiani”. “Alcuni hanno chiesto voti per gli italiani e li stanno massacrando, altri – aggiunge – hanno chiesto voti per i cittadini e stanno tradendo quella fiducia. Questo basta per cambiare? Noi dobbiamo cambiare perché nel Pd c’è un immenso problema di fiducia e noi dobbiamo ricostruire questa fiducia e questa credibilità nei nostri confronti”.

Una riflessione da parte del Governatore della Regione Lazio anche sulla situazione del Pd siciliano guidato da Davide Faraone: “Io credo che tutti sanno che quello che è accaduto in Sicilia in qualche modo è un vulnus che divide. Quindi in un modo o nell’altro bisognerà tornare ad una riapertura di un dibattito e ristabilire i processi democratici di selezione della classe politica. Su questo non c’è dubbio”.

E per concludere una battuta sul commissario Montalbano: “Che farò stasera alle 21? Sono a una iniziativa a Siracusa e voi pensate a Montalbano. Me lo registrano da casa…”.  “Camilleri – aggiunge il presidente della Regione Lazio – è un genio della cultura italiana. Ha anticipato tante cose del costume, dei modi di essere, del rapporto dello Stato con questo Paese. La sua forza intellettuale, come quella dei grandi intellettuali, è questa: capire nel profondo le sfumature e gli atteggiamenti della cultura del Paese e di narrarle in storie meravigliose. Ma – dice sorridendo – non fatemi parlare di Montalbano…”.

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