La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, nel caso di Carlo Di Liberto, assolto perchè il fatto non sussiste, e la morte della sua compagna Anna Alexandra Hrinkievic, è arrivata dopo quasi cinque anni dall’omicidio. La vicenda, che ha avuto luogo nella notte tra il 9 e il 10 maggio 2019, ha visto la donna trovata morta con un’ampia ferita alla testa in via Settembrini, a Palermo.

Le accuse

Nonostante le accuse di omicidio volontario, la corte ha assolto Di Liberto perché il fatto non sussiste. L’accusa riteneva che la ferita alla testa fosse stata provocata da un colpo inferto dall’imputato, ma l’avvocato difensore ha sostenuto che la morte potrebbe essere avvenuta per cause naturali. Dopo ulteriori perizie e valutazioni, i giudici hanno concluso per l’assoluzione, disponendo l’immediata liberazione di Di Liberto se non detenuto per altre cause.

Tuttavia, non è stata una completa assoluzione per Di Liberto. È stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per danneggiamenti e incendi di alcune autovetture, violazione dei sigilli e minaccia aggravata. Inoltre, aveva già subito una condanna precedente di 3 anni e 6 mesi di reclusione per i maltrattamenti inflitti alla compagna.

L’arresto

L’arresto di Di Liberto è avvenuto nel giugno 2021 su ordine di custodia cautelare per omicidio volontario e maltrattamenti. Sebbene inizialmente il Tribunale del Riesame avesse annullato il provvedimento riguardante l’omicidio, la Corte di Cassazione, in seguito al ricorso della procura, ha determinato una nuova applicazione della misura cautelare per omicidio.

La complessità del caso e le varie decisioni giudiziarie hanno alimentato un acceso dibattito sulla giustizia e sull’efficacia del sistema legale. Mentre alcuni sostengono che la sentenza rifletta una corretta applicazione della legge, altri esprimono preoccupazione per la possibilità che un presunto assassino sia stato lasciato libero. Il caso rimane quindi al centro dell’attenzione pubblica e continua a sollevare interrogativi sulla verità dei fatti e sulla giustizia.

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