E’ stato candidato sindaco di Palermo correndo con per la federazione “più europa -azione”  contro tutti i partiti tradizionali. Adesso da Calenda si è separato e alle politiche si candida a Palermo nel plurinominale e a Napoli nell’uninominale in coalizione con il centrosinistra. Fabrizio Ferrandelli, presidente di +Europa spiega a Talk Sicilia le scelte elettorali fatte in queste settimane.

Una separazione spiacevole

“A me non fa piacere parlare di questa cosa, perché è stata una cosa molto dolorosa che abbiamo subìto e devo dire la verità che non abbiamo neanche tanto capito. Probabilmente l’accelerazione elettorale non ci ha aiutato e Calenda ha deciso di non rispettare l’impegno che era stato sottoscritto per ben due volte con la coalizione elettorale che abbiamo composto, di fatto perdendo forza elettorale e rischiando di fare stravincere gli avversari. Questa è una legge elettorale diversa da quella delle amministrative durante le elezioni amministrative. La proposta solitaria ha il vantaggio di poter andare al ballottaggio, quindi ogni proposta politica può concorrere al secondo turno a ricomporre una coalizione e quindi a dare alla città il proprio governo. Non è così per le politiche, perché elezioni politiche sono fatte su una legge, su una legge elettorale che prevede l’Unione in coalizione. Se non sta in coalizione perdi qualcosa come 225 seggi uninominali in un Parlamento che è stato dimezzato, in un Parlamento che ha soltanto 400 parlamentari. Vuoi comprendere bene che cosa significa lasciare 1/3 dei parlamentari che vengono eletti sul sistema maggioritario? Quindi, secondo le coalizioni, alle forze con le quali con le quali si contrappone, motivo per il quale noi abbiamo dovuto sottoscrivere un’alleanza elettorale con il Partito Democratico. È uno degli artefici di questa costituzione dell’Alleanza. Era stato Carlo Calenda. Dopo due settimane di tira e molla, Calenda, in maniera dal nostro punto di vista incomprensibile, ha deciso di rompere l’unità elettorale che avevamo raggiunto, costituendo di fatto con Renzi. Un’altra alternativa, quindi, andava verso una linea politica isolata, al di fuori degli schemi e della possibilità di successo. Noi abbiamo deciso di mantenere il patto che avevamo sottoscritto al Partito Democratico e quindi più Europa sarà presente alle elezioni politiche nazionali con il proprio simbolo, con la propria lista e proverà a contendere uno per uno tutti i 225 collegi uninominali al centro destra”.

Per un palermitano candidato a Napoli

“Intanto perché sono il presidente del partito e quindi abbiamo voluto dare la mia candidatura in chiave nazionale, in rappresentanza dell’intero mezzogiorno. Sono candidato ovviamente qui a Palermo e in questa grande città. Sono candidato anche a Milano al sistema proporzionale. Sono candidato a Napoli per conto di tutta la coalizione. Fronte e soprattutto punto centrale dell’impegno della mia politica per il mezzogiorno del Paese. Come voi sapete, Napoli è una città che per noi palermitani è una città gemella. Abbiamo questi due bellissimi porti il porto di Palermo e il porto di Napoli, che sono idealmente uniti da un abbraccio di questo abbraccio fra due città del Sud che sono molto simili non soltanto per la storia e la tradizione, ma anche urbanisticamente per le problematiche che gli assegnano. Devo dire che girare per me, fra i quartieri e i vicoli di Napoli non è diverso dai miei giri per i quartieri e per le aree anche più periferiche della nostra città. Segue lo Scampia e Secondigliano. Ricordo alcuni dei nostri quartieri della nostra realtà, così come il lavoro degli operatori, così come anche la parte sociale, culturale, anche economica, delle nostre due città, soffrono degli stessi mali che sono poi i mali di un’Italia che è andata a due velocità e che vuole continuare ad andare a due velocità a causa dei disegni che la Lega e Fratelli d’Italia hanno sull’autonomia differenziata. Quindi questa mia candidatura è simbolo di un uomo del Sud che lotta. Per il sud del Paese affinché il Sud possa essere protagonista. E vi assicuro che una competizione politica nazionale è molto importante parlare di quello che sarà per i prossimi cinque anni il futuro del mezzogiorno d’Italia.

Candidato anche in Sicilia

“Sono candidato, naturalmente, anche qui a Palermo. Io sono per la Camera capolista, al Senato c’è Ugo Fiorello. E’ una scelta che noi abbiamo voluto compiere, ribadendo il ticket che abbiamo portato avanti per le elezioni comunali dello scorso giugno. Perché i problemi di Palermo sono tutti lì? Io credo che i palermitani non abbiano notato una grande discontinuità rispetto alle politiche del passato. Devo dire che anche le elezioni regionali che ci saranno alle porte elezioni politiche non stanno aiutando nella composizione di un clima di governo. Però mai come oggi è importante la presenza dei palermitani a Roma, perché Palermo è una città che ancora non ha risolto il tema del patto del Patto per Palermo. I bilanci sono in disequilibrio finanziario e sarà necessaria l’interlocuzione continua con Roma. Chi meglio di me è Fiorello che abbiamo conosciuto da vicino i conti e i problemi di Palermo a poter aiutare la città di Palermo a ripartire. Anche la stessa Napoli è una città che sta affrontando con il nuovo sindaco Manfredi il patto per Napoli, cioè la risoluzione di un guaio che era stato creato dall’amministrazione De Magistris in precedenza e che gli indebitati per 5 miliardi di euro e quindi queste due città così simili, con i bilanci così fragili e così disastrati, con questo bisogno di rappresentanza a Roma di un gruppo politico che non va lì, col cappello in mano ma con le idee chiare che sa fare le battaglie, rende ancora più importante il voto per +Europa, le elezioni politiche”.

In fuga da Palermo?

“No perchè resto in consiglio comunale, solo che oltre a rappresentare i cittadini palermitani nella mia città, li rappresenterò anche a Roma con la serietà e con la fermezza che loro sanno e io so mettere in campo. Lo dico senza esitazione. Chi vota per Fabrizio Ferrandelli sa perfettamente che avrà un difensore della città di Palermo che non farà i propri interessi e che non guarderà al proprio tornaconto. Quindi io credo che i palermitani la stia apprezzando tanto mi fermano in queste ore per la città, sto continuando a girare la città e hanno ben compreso l’evoluzione durante questa crisi di questo passaggio, soprattutto in un momento difficile per la nostra città. Guardate i prossimi cinque anni dell’amministrazione della città di Palermo si giocheranno a Roma per la questione dei rifiuti, per la questione del Pnr e per la questione del bilancio. Chi meglio di chi voleva governare questa città a rappresentarla e a dare una mano all’amministrazione a Roma? Perché guardate? Mi potrà aiutare a dare una mano ad un’amministrazione nuova che stenta a partire per rimettersi in carreggiata e andare sul binario giusto”.

“Un impegno che sto prendendo con i palermitani, così come per i campani, io sarò il braccio armato delle amministrazioni di Palermo e di Napoli nel mantenimento per Napoli e la rinegoziazione per Palermo dei due patti per le città. Perché se noi non riusciamo a chiudere i bilanci, non riusciamo neanche a programmare le attività e a mettere in campo le città. Quindi il primo impegno è quello di essere presenti al Mise, al ministro per lo Sviluppo economico in commissione Bilancio, per tutelare la fragilità economica di questa due città. Il secondo impegno è quello di vigilare affinché la Lega non attui questo. Ratto lo abbiamo così nei confronti del Sud. Guardate e direttore, è una cosa di cui io voglio parlare, perché io credo che i palermitani di questo ne siano meno consapevoli. In Campania. Ho trovato gli elettori napoletani un po più attenti. I napoletani ricordano perfettamente quel forza Vesuvio. Io credo che i siciliani non ricordino abbastanza attentamente quel forza Etna e soprattutto non abbiano posto l’attenzione giusta al tema dell’autonomia differenziata durante i talk show in campagna elettorale. E una campagna elettorale che non sta appassionando tanti, lo so. Molti italiani non hanno neanche capito perché è caduto il governo. Si sta andando al voto, è caduto per la irresponsabilità dei cinque Stelle e per il calcolo politico elettorale della Meloni che si vedeva premiare nei sondaggi. Però l’obiettivo che la Meloni e Salvini si stanno prefigurando è quello di portare avanti in autonomia differenziata, cioè differenziare il futuro del Nord del Paese con il futuro del Sud del Paese. Vogliono destinare sempre più risorse economiche al Nord e vogliono insomma un’Italia a due velocità, con un Nord che continua la sua fase di sviluppo e il Sud che continua nello Stato in cui hanno deciso di tenerlo nel corso degli anni, tenendolo a bada con una manciata di soldi, magari con qualche sussidio, tenendolo buono, spostando tutti gli investimenti. E Salvini lo dice anche in maniera chiara La prima cosa da fare per Salvini è quello di rimettere le mani sul Pnrr e ringraziarlo perché il Sud secondo loro ha avuto troppo bene. Io li devo difendere il Pnrr, cioè i soldi che l’Europa manda come risorse per il Mezzogiorno del Paese, per le infrastrutture, per i trasporti, per le nostre strade, per l’alta velocità, per le reti ospedaliere. È questa la scommessa che noi abbiamo e quindi c’è bisogno di difendere il Sud.

L’alleanza in Sicilia con la Chinnici?

“I sondaggi sono finiti pochi giorni fa, adesso ci sono i voti veri, quelli che si raccolgono tramite le trasmissioni, tramite il coinvolgimento dei siciliani. Che devo dire, stanno tornando ora dalle vacanze? Siamo stati un po storditi, non hanno compreso, ritornano, trovano la cassetta della posta, le bollette, la luce aumentata. Quindi stanno cominciando a capire che il voto che va avanti è un voto che li riguarda e quindi sono loro che dovranno determinare le prossime battute. Ma veramente vogliamo votare Schifani? Ma lo dico con molta sincerità. Schifani è il rappresentante di una stagione politica passata che ci rimanda trent’anni indietro nella storia e guardare anche questa immagine del centrodestra dal livello siciliano, catapultando la Sicilia in un sistema di coalizione politica che guarda al passato, non è decoroso per il futuro dei nostri giovani, dei nostri talenti e di chi vuole andare avanti. De Luca è un one man show, è un cabarettista fantastico, fa divertire questa gente ma può governare la Regione Siciliana. Uno che ha l’approccio alle questioni così umorali, così burrascose, così dure, così urlate, così scomposte e così altalenanti da un giorno all’altro. A Messina, fino a due mesi fa si era alleato con la Lega perché gli servivano, sputa contro tutti. Non c’è una lira, c’è grande confusione. Caterina Chinnici mi sembra in questo panorama l’unica donna alla quale poter dare fiducia. Io dico direttore con molta chiarezza. In tanti dicono Ah, ma lei non è combattiva, ma nemmeno Caterina ha il suo carattere, è una donna delle istituzioni, è stata assessore regionale alla Famiglia, conosce la macchina regionale, europarlamentare da due legislature, quindi da otto anni, e l’incarico conosce la macchina. Ha una storia personale molto importante, ma soprattutto si pone con i toni della buona madre di famiglia che alla politica urlata, ai talk show brillanti e colpi di testa preferisce la serietà dell’impegno politico, amministrativo e del fare, di quel pragmatismo che è tipico delle donne. Io non ho dubbi su chi deve guidare la Sicilia e sulla persona alla quale affidare il futuro delle mie figlie”.

Le elezioni nazionali traino per le regionali

“Io credo che le politiche traineranno tutte le altre elezioni, perché il senso della politica sta venendo fuori e non ci si può nascondere come si è fatto per le elezioni amministrative dietro liste civiche. È il caso di Italia Viva. Erano alleati dentro la lista di Lagalla con il centrodestra la Meloni. Ora non possono fare questa cosa e quindi sono fuori dalla coalizione. Quindi, ad esempio, stanno stanno sostenendo insieme a Calenda una proposta alternativa anche con Armao che il vice presidente della Regione. C’è un elemento di chiarezza in più o una referenza nazionale. Se non ci fosse stato Renzi con Calenda, probabilmente non ci sarebbe stato un Armao candidato fuori dalla coalizione in Sicilia e ci sarebbe stata un’altra alchimia. È questo quello che sta comportando questa elezione. Anche molte liste si stanno semplificando. Come vedete non ci sono alchimie di chi dice no, ma noi stiamo con un sindaco piuttosto che con un altro come presidente o piuttosto con un altro, anche se siamo in un’altra area, no. Le politiche stanno pagando la chiarezza delle proprie formazioni e quindi qui si sta vedendo con chiarezza chi è per l’Europa da una parte, chi è contro l’Europa, dall’altra, che per una politica di isolazionismo e di nazionalismo da una parte che vuole una politica di apertura e di allargamento, soprattutto di diritti. Io credo che questa battaglia sarà anche una battaglia per la difesa dei diritti.

Perché votare +Europa e Ferrandelli

“Ferrandelli lo avete conosciuto in questi anni? Sapete che un uomo che difende la propria città e il proprio territorio e che lo conosce meglio di altri e che, nonostante quello che è accaduto nelle vittorie, nelle sconfitte, non ha mai perso lo smalto, la voglia, l’entusiasmo e soprattutto non ha mai perso la capacità di sognare una città migliore. A chi affidare il futuro di questa città? A chi la sta amministrando in continuità? O forse è il caso di cambiare aria? Chi vota per più Europa sa che sta votando per una persona che la città conosce, che la può difendere. Ripeto insieme a me, candidato capolista al Senato Ugo Morello. La nostra scelta è quello di dare una mano alla città da Roma e questo possiamo farlo soltanto se vuoi ci darà una mano.

L’intervista integrale