È stata presentata dal candidato sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, la quarta lista civica, espressione del comitato elettorale. Si chiama “Palermo al centro” e il logo rappresenta la sagoma di San Giovanni degli Eremiti. Adesso sono quattro le liste che fanno capo al candidato sindaco “e sono il valore aggiunto alla campagna elettorale – ha commentato Ferrandelli – e siamo contenti che stia partecipando una sempre più ampia parte di città”.
La lista è composta da imprenditori, commercianti e professionisti. Tra i nomi che sono stati divulgati Fabio Niosi, ex assessore ai progetti internazionali di Alto Nanay in Perù, Daniela Blandi, imprenditrice nel settore della ristorazione, Giuseppe Abbruscato docente di informatica, Francesco Galifi, sindacalista del settore bancario, Fabio Riccobono, ufficiale dell’esercito e psicologo, Paolo Fiore, rappresentante di prodotti alimentari.
“Le abbiamo dato la denominazione “Palermo al centro” – ha spiegato Ferrandelli – perché è nata dall’ascolto delle storie di chi si è messo in gioco, ritrovandosi sull’unico denominatore possibile che è la città di Palermo e mettendosi alle spalle le storie precedenti. Tra i candidati, ad esempio, c’è Fabio, un palermitano che viveva in Amazzonia ed era assessore in rappresentanza delle comunità. L’ho incontrato in alcuni progetti di cooperazione internazionale e dopo le mie dimissioni dall’Ars ha deciso che quella era per lui la chiamata all’impegno per la liberazione della Sicilia”.
Ferrandelli ha aggiunto anche alcune considerazioni alla conferma del sostegno di Forza Italia alla sua candidatura: “La nostra è una coalizione alternativa a chi ha amministrato la città per 35 anni e a chi sostiene il governo Crocetta alla Regione. Come noi non vogliamo che venga mortificata la nostra identità – ha chiarito – non abbiamo voluto che fosse mortificata quella di chi ha scelto di appoggiare il nostro progetto. E sono convinto e contento di non essere stato coautore di una mistificazione come sta facendo il Pd che per convenienza camuffa le bandiere e fa una lista accanto a uomini di Alfano. Chi non difende la propria storia non ha diritto al futuro. È arrivato il momento delle idee per cambiare la città e non quello delle ideologie”.
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