La peste scorre ancora per le strade di Palermo. Ha cambiato volto, ma resta una malattia: invisibile eppure tangibile. Palermo è afflitta da degrado, inefficienze radicate, episodi di violenza e femminicidi. Eppure, “La bellezza in cammino” è stato lo slogan del Festino 400+1, la storica festa in onore di Santa Rosalia. Oltre 350.000 persone in festa, mentre la città affonda nel disordine.

Il Festino 400+1 con una riflessione di fondo

L’evento, curato da Terzo Millennio e ODD Agency, ha saputo incantare: occhi puntati al cielo, tra il carro-teatro e il trionfale carro con la gigantografia della Santuzza. Ma dietro l’incanto scenico si nasconde una riflessione più profonda, un’urgenza civile che riguarda tutti da vicino.

“Santa Rosalia ci insegna che la vera libertà nasce dal coraggio di seguire la propria coscienza anche a costo di rompere con l’ordine imposto. Purtroppo al giorno d’oggi assistiamo ad un massiccio dilagare di prepotenza, al voler imporre le proprie convinzioni senza considerare l’altro con comportamenti che a volte degenerano in violenza” ha detto, ricordando il femminicidio di Sara Campanella, l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice durante la sosta dei carri dinanzi alla Cattedrale.

Un messaggio forte, in una città che ha bisogno non solo di festa ma di rinascita autentica attraverso un lavoro congiunto tra amministrazione e cittadini.

L’abbanniata tra fischi e polemiche

Arriva “l’abbanniata”, momento clou del Festino. Il primo cittadino di Palermo viene accolto da fischi e schiamazzi, segno di un malcontento da parte della cittadinanza. Con un pizzico di delusione urla l’iconica frase “Viva Palermo e Santa Rosalia”, poi sparisce di scena.

Se da un lato Palermo affonda tra le sue incongruenze, sarebbe opportuno anche domandarsi se il cittadino stia facendo abbastanza per scardinare una mentalità ancora troppo radicata. Tra errori di amministrazione e comportamenti inadatti dei cittadini il risultato è quello sotto gli occhi di tutti.

I giochi pirotecnici al Foro Italico

Il carro oltrepassa Porta Felice e arriva al mare. Palermo è finalmente libera dalla peste dopo il miracolo della santa patrona. La cittadinanza si raduna al Foro Italico Umberto I per assistere allo spettacolo pirotecnico che quest’anno è durato 50 minuti: è il culmine dei festeggiamenti. Un momento di gioia, di festa e celebrazione della santa per la protezione sulla città.

Il cielo scuro di Palermo si ravviva di colori, la cittadinanza assiste in silenzio. E’ terminato “U festinu”, la santa ha portato a compimento la sua intercessione, ha liberato la città dalla morte. Oggi si spera che la collettività tutta possa imparare dalla “Santuzza” tanto amata dai suoi palermitani. E’ giusto mostrare la propria indignazione verso un lavoro di amministrazione che non convince, ma scagli la prima pietra chi è senza peccato.