Quasi mille persone in strada con le fiaccole accese nonostante il freddo pungente. Petralia, Alimena e tutti i comuni del comprensorio madonita hanno protestato così contro la chiusura del punto nascite dell’ospedale Madonna dell’Alto, l’unico delle Madonie, non più operativo dalla mezzanotte del 31 dicembre.

In prima fila le puerpere e le mamma che, sfidando il freddo della montagna, hanno sfilato per protestare contro la chiusura che le costringe a spostarsi, per partorire, percorrendo un tragitto di almeno un’ora. L”appuntamento per la manifestazione denominata ”Pro ospedale e punto nascita” era nei pressi del bivio della Strada provinciale Petralia-Piano Battaglia.

L’iniziativa è stata promossa dal Comitato pro ospedale, nato pochi giorni dopo la chiusura del punto nascite. Avviata anche una petizione on line. Presenti ieri sera numerosi sindaci, con la fascia tricolore e i gonfaloni dei rispettivi comuni, il parroco di Petralia Sottana, associazioni e tanti, tantissimi cittadini dei centri madoniti, da Castelbuono a Castellana, da San Mauro Castelverde a Polizzi Generosa.

“Esprimiamo, come cittadini delle Madonie – si legge in una nota il Comitato pro ospedale – la nostra protesta per il mancato riconoscimento da parte del ministro Beatrice Lorenzin, della deroga per il mantenimento del punto nascite dell’ospedale Madonna dell”Alto di Petralia Sottana”.

I cittadini chiedono la riapertura della struttura e avanzano altre proposte, come l’attivazione della guardia medica e ostetrica 24 ore su 24 completando anche l’eventuale dotazione tecnica e implementando le unità organiche di ginecologi e ostetriche. Proprio ieri l”assessore del Comune di Alimena Mari Albanese, con delega alle Pari Opportunità, ha scritto una lettera al ministro Beatrice Lorenzin, per chiederle di ricevere a Roma una delegazione di donne madonite.

(foto facebook dalle pagine Petralia informa e parco delle Madonie)

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