Le celle di quello che doveva essere un carcere mandamentale a Gangi nel Palermitano è stato, per un giorno, set del nuovo film del regista Pasquale Scimeca dedicato al giudice Cesare Terranova, ucciso dalla mafia insieme al maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso, il 25 settembre del 1979.
Ieri pomeriggio il ciak di alcune scene dentro le anguste celle.
Il film scritto con la collaborazione del giornalista Attilio Bolzoni
Scimeca regista di origini madonite, di Aliminusa, ha scritto il testo su sollecitazione del giudice Leonardo Agueci e con la collaborazione del giornalista Attilio Bolzoni.
“Il giudice T.” serie televisiva in sei episodi
“Il giudice T.”, questo il titolo del film, sarà anche un tv movie e una serie televisiva in sei episodi.
La pellicola nelle sale il prossimo anno, gli interpreti
Tra gli attori protagonisti del film Gaetano Bruno che sarà Terranova mentre Peppino Mazzotta (l’ispettore Fazio della serie tv Il commissario Montalbano) sarà il maresciallo Lenin Mancuso. Prodotto da Arbash con Rai cinema e distribuito da Lucky Red, sarà nelle sale il prossimo anno.
Il sindaco di Gangi: “Siamo onorati”
“E’ stato per noi un onore poter offrire al regista Pasquale Scimeca la location per girare alcune scene del film – ha detto il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello – appena ricevuto la notizia abbiamo messo in moto la nostra macchina amministrativa e con la collaborazione della Pro-Loco abbiamo fatto di tutto per consentire e agevolare il lavoro della troupe cinematografica”.
Un murale in memoria di Cesare Terranova e Lenin Mancuso a Palermo
La Sicilia non ha dimenticato Cesare Terranova e Lenin Mancuso, che hanno sacrificato la loro vita per la lotta alla mafia. L’11 marzo scorso, in via Edmondo De Amicis, a Palermo, è stato inaugurato il murale dedicato alla memoria del giudice e del maresciallo barbaramente uccisi 43 anni fa.
Il murale è stato fortemente voluto dalla “Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia”, presieduta da Carmine Mancuso, figlio di Lenin. A realizzare il manufatto è Igor Scalisi Palminteri, artista già autore di “Roveto Ardente”, rappresentazione del volto di padre Pino Puglisi in piazza Anita Garibaldi, a Brancaccio. La realizzazione, a cui ha collaborato anche l’Assemblea Regionale Siciliana, rientra in un’ottica di riqualificazione urbana mirata alla lotta alla mafia.
I fatti del 25 settembre 1979
Il 25 settembre del 1979 verso le ore 8:30 del mattino, una Fiat 131 di scorta arrivò sotto casa del giudice a Palermo per portarlo al lavoro. Cesare Terranova si mise alla guida della vettura, mentre accanto a lui sedeva il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Quest’ultimo era l’unico uomo della sua scorta che lo seguiva dal 1963 come un angelo custode. L’auto si diresse verso una strada secondaria trovandola inaspettatamente chiusa da una transenna di lavori in corso. Il giudice Terranova non fece in tempo a intuire il pericolo.
In quell’istante, da un angolo, sbucarono alcuni killer che aprirono ripetutamente il fuoco con una carabina Winchester e delle pistole contro la Fiat 131. Cesare Terranova istintivamente ingranò la retromarcia nel disperato tentativo di sottrarsi a quella tempesta di piombo. Mentre il maresciallo Mancuso, in un estremo tentativo di reazione, impugnò la Beretta di ordinanza per cercare di sparare contro i sicari, ma sia Terranova che Mancuso furono raggiunti dai proiettili in varie parti del corpo. Al giudice Terranova i killer riservarono anche il colpo di grazia, sparandogli a bruciapelo alla nuca. La sua fedele guardia del corpo, Lenin Mancuso, morì dopo alcune ore di agonia in ospedale.
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