Alla fine, dopo rinvii su rinvii dell’apertura della seduta d’aula convocata per le 11, poi slittata alle 12 e poi alle 15,00, si torna a Sala d’Ercole con un solo punto all’ordine del giorno: la Finanziaria quater.

Sala d’Ercole, ieri, ha nominato il componente della Sicilia nella Corte dei Conti (un nome indicato da Fratelli d’Italia ma sul quale gli esponenti palermitani della formazione della Meloni non erano del tutto d’accordo)  e ha detto sì alla riforma costituzionale proposta da Roma che introduce anche in Sicilia i, deputato supplente, esaurendo gli altri argomenti all’ordine del giorno.

Voti serviti anche a rinsaldare la maggioranza che aveva avuto fibrillazioni dopo la vicenda delle nomine in sanità. Due voti che, dopo dimostrano, invece, come l’asse fra Palazzo d’Orleans e fra Palazzo dei Normanni, fra i presidenti, sia solido e tenga a quota 37 voti

L’avvio della discussione sulla finanziaria quater

Dopo una lunga capigruppo e diverse riunioni di gruppi e di coalizioni si torna in aula e si affronta una pregiudiziale che viene tagliata via dalle letture tecniche. Secondo la presidenza Ars la presenza della relazione tecnica è necessaria per quelli di iniziativa parlamentare (quindi sia dei deputati di opposizione che di maggioranza) ma non per quelli di proposta governativa. Così si può cominciare davvero la discussione generale sulla Finanziaria.

Il Pd minaccia il ricorso massiccio al voto segreto

Tocca al capogruppo del Pd Michele Catanzaro annunciare battaglia in aula dopo che un altro esponente del Pd aveva annunciato il ricorso al voto segreto durante la trattazione dei singoli emendamenti: “Dopo il deputato supplente non sperate in un qualche soccorso romano che proponga l’abolizione del voto segreto” dice in aula l’esponente Dem quasi come una battuta ben sapendo che comunque in questa trattazione non potrebbe aver effetto alcuna proposta in arrivo adesso.

“Non richiederemo il voto segreto su ogni articolo che non ci convince, su ogni emendamento che non condividiamo e che riteniamo non attinente a questa manovra. Useremo questo strumento per liberare il voto dei deputati”.

Un annuncio di battaglia d’aula, un avviso di allungamento dei tempi per giungere ad approvare questa manovra usando uno strumento che da tempo si dice vada abolito ma continua a restare in vigore venendo usato impropriamente ad ogni occasione politica.

La replica del vice capogruppo Dc

La risposta arriva dal vice capogruppo della Dc Ignazio Abbate che ricorda come nella manovra ci siano una quantità di proposte venute in Commissione dall’opposizione “Dovremmo noi chiedere il voto segreto su questi provvedimenti? Non lo faremo. La Sicilia è di tutti non della maggioranza. Quel che c’è nei 54 articoli della manovra in Commissione bilancio lo abbiamo fatto tutti insieme, maggioranza e opposizione quindi smettiamola con questa storia dei brutti e cattivi in maggioranza e dei buoni all’opposizione. Mi auguro si possa fare un dibattito senza muro contro muro, senza tagliola e che porti frutti”

La Finanziaria quater

Nata come Ddl stralcio della finanziaria approvata ad inizio agosto, questa manovra si configura, adesso, come un vero e proprio assestamento di bilancio ma con una dotazione di 241 milioni di euro, cresciuta nel tempo, rispetto agli iniziali 80/100 milioni.

54 gli articoli del testo uscito dalla Commissione Bilancio ma dietro l’angolo ci sono numerose altre richieste di intervento, di modifica, di diversa distribuzione delle risorse disponibili. Gli emendamenti da trattare restano circa 2000 a fronte di un migliaio che ne erano attesi.