Arrivano sconti di pena per i nove imputati nel processo contro l’organizzazione che si occupava di spaccio di droga scoperta nel 2017 da Polizia di Stato e dai Carabinieri nel quartiere Kalsa. Il gruppo, gestito dal clan Abbate, secondo la ricostruzione degli investigatori, commerciava hashish all’ingrosso e al dettaglio.
Nel mirino degli investigatori era finito il lucroso spaccio che parte dal quartiere palermitano, e arrivava nelle strade di altri storici quartieri cittadini come Brancaccio, Bonagia, Arenella, Zen, fino ai comuni di San Giuseppe Jato, Partinico ed Altavilla Milicia.
Ritenuto il capo della banda, Ottavio Abbate, uno dei fratelli del boss Luigi, detto Gino ‘u Mitra, ha avuto comminata una pena di 6 anni e 4 mesi, rispetto ai 9 anni e 6 mesi che gli erano stati comminati in primo grado dal Gup Patrizia Ferro il 26 febbraio 2018. La sentenza è stata emessa ieri dalla quarta sezione della Corte d’appello, presieduta da Giacomo Montalbano.
Antonino Augello, detto Barbi, passa da 12 a 9 anni; al fratello Francesco Paolo sono stati confermati 9 anni, ma gli è stata applicata la continuazione rispetto a una precedente sentenza per fatti analoghi e dunque anche per lui arriva uno sconto di pena. Giovanni Pilo passa da 9 anni e 6 mesi a 6 e 2 mesi; Andrea Di Giovanni 6 anni, 3 mesi e 10 giorni: partiva da 9 anni e 4 mesi; Gaetano Musicò ha avuto 6 anni e 2 mesi, contro i 9 anni e 2 mesi del primo grado; Raffaele Catanzaro, detto Pierino, passa da 9 anni a 6 anni e 4mesi. La sorelle di Di Giovanni, Giovanna, si vede calare la pena da 3 a 2 anni; l’altra sorella, Rita, da un anno e 8 mesi a un anno e mezzo.
In primo grado c’era anche Laura Pirinei, che 13 mesi fa aveva patteggiato una condanna a un anno e 8 mesi. Con l’aggravamento basato sulle recidive, la prima sentenza era stata severa. Il ‘concordato’ è stato raggiunto grazie a un accordo tra il sostituto procuratore generale Caterina Bartolozzi e i gli avvocati degli imputati.
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