Per il quinto anno consecutivo la Fondazione Teatro Massimo chiude il suo bilancio in attivo. Il Consiglio d’indirizzo ha approvato all’unanimità il bilancio 2017: i ricavi propri superano i cinque milioni di euro, con un attivo di 72.971 euro e si conferma una condizione strutturale di equilibrio conseguita dalla Fondazione grazie a una rete di azioni progressivamente messe in atto nel corso degli ultimi anni. Il risultato conseguito per l’anno 2017 è in linea con la programmazione effettuata e con il piano di risanamento, con un aumento del valore della produzione di € 243.760.

Il presidente della Fondazione Teatro Massimo, Leoluca Orlando, esprime soddisfazione per i risultati raggiunti nel 2017: «Per il quinto anno consecutivo la Fondazione Teatro Massimo è in condizione di chiudere il proprio bilancio in assoluta sicurezza, nonostante le difficoltà della situazione generale. L’aumento della produttività e l’apertura a forme artistiche anche diverse da quelle proprie tradizionali hanno rafforzato il rapporto con il territorio, ma anche dato un contributo di attrattività che si registra con l’intervento anche di privati, intervento che ci auguriamo possa ulteriormente crescere nel tempo. Si chiude così un quinquennio tutto di bilanci positivi che consente di affrontare il prossimo anno, una volta fuori dal piano di risanamento, tutte quelle iniziative necessarie per mettere a regime un progetto di rilancio per gli anni futuri».

Per il sovrintendente Francesco Giambrone «anche il bilancio 2017 appena approvato conferma lo stato di salute della Fondazione, consolidato e messo in sicurezza da una strategia condivisa da tutti i lavoratori e dalle organizzazioni sindacali e finalizzata a costruire condizioni di stabilità dei conti in una prospettiva di massima attenzione alla qualità delle proposte artistiche. Il Teatro Massimo si conferma una grande istituzione di produzione culturale che tiene i conti in ordine, registra un crescente riscontro di pubblico (+6,7% nell’ultimo anno, +37,5% – quarantamila spettatori – rispetto al 2014), incrementa significativamente la propria capacità di autofinanziamento, specialmente con riferimento al botteghino e alle visite guidate, dialoga con i grandi teatri internazionali avviando coproduzioni di grande respiro (come quelle recenti con l’Opéra di Parigi e la Royal Opera House Covent Garden di Londra), è impegnato nel sociale e nel territorio con progetti importanti che sviluppano una politica di inclusione sociale e di comunità, e dà lavoro qualificato pur continuando lo sforzo di tenere sotto controllo i costi. Sono queste le premesse di un nuovo rilancio della Fondazione che prenderà le mosse dall’uscita dal piano di risanamento, che è stato fondamentale per ripristinare una condizione strutturale di equilibrio che anche negli anni futuri andrà salvaguardata e tutelata. Produciamo di più, diamo più lavoro, facciamo in modo che i nostri dipendenti siano più produttivi, siamo aperti e presenti nella città e nel territorio. È questo il Teatro Massimo che guarda in maniera positiva al futuro».

Nel corso del 2017 i ricavi delle vendite e delle prestazioni e le altre voci legate all’autofinanziamento hanno raggiunto i 5.131.620 euro, a fronte dei 4.887.865 del 2016. L’incremento generale dei ricavi propri è notevole soprattutto per quanto riguarda le voci relative al botteghino (+19,9%), alle visite guidate (+18,9%) e all’affitto delle sale (+8,8%), che portano alle casse della Fondazione rispettivamente 3.202.303 euro, 631.319 euro e 202.172 euro.
I ricavi delle prestazioni sono stati, inoltre, positivamente influenzati dalle risorse del Patto per Palermo, finalizzate alla realizzazione di progetti che hanno un forte impatto sociale, come ad esempio Opera Camion che ha portato l’opera nelle periferie della città, o la scelta di devolvere in beneficienza gli incassi delle prove generali e delle anteprime di alcuni spettacoli a selezionate ONLUS, quali Telethon, AIL, Medici senza frontiere.
Rilevante inoltre la crescita (+84,4% rispetto al 2016) dei ricavi legati alle coproduzioni, che hanno coinvolto teatri italiani e stranieri.
Molto interessante anche il dato relativo all’apporto dei privati, che, pur se relativamente modesto in valore assoluto, ha comunque registrato un incremento percentuale del 123,5% rispetto all’esercizio precedente. La presenza dei privati si mantiene in crescita anche nel 2018 e segnali interessanti si sono già avuti nei primi mesi dell’anno, con l’ingresso di nuovi partner privati, a conferma di un trend che, seppure contenuto, è in costante crescita.
Tutto questo conferma il grande sforzo che la Fondazione sta compiendo per aumentare in modo significativo la capacità di autofinanziamento propria con azioni di marketing mirate, affiancate da strategie di comunicazione sui canali web, rivolgendosi anche a nuovi target.

«All’incremento dei proventi – nota il direttore operativo Elisabetta Tesi – risponde una significativa riduzione dei costi in tutti i settori, ad eccezione di quelli legati all’incremento della produzione e all’ampliarsi della sfera di attività proposte dalla Fondazione, oltre a quelli legati alla sicurezza e alle manutenzioni».
Tra le voci dove è evidente una riduzione vi è il costo per il personale, che è sceso di 159.514 euro, a fronte di maggiore produttività (+0,8%) e maggiore valore prodotto da ciascun dipendente (+2,5%). Questo dato conferma l’attenzione che è stata posta al controllo dei costi e a una conduzione virtuosa, con particolare riferimento al personale aggiunto a tempo determinato, limitato alle esigenze strettamente necessarie alla incrementata produzione artistica, strategia peraltro premiata dalla positiva risposta del pubblico. In altri settori infine la spesa è scesa grazie ad una politica mirata di acquisti, che è riuscita a ridurre drasticamente il costo delle spese dei noleggi.
Tutti i principali indicatori delle performance indicano un netto e continuo miglioramento e riflettono l’attenzione che si è posta a questi aspetti: il numero degli spettatori arriva a 145.625, contro i 136.435 del 2016, con un incremento pari al 6,74%; la percentuale di occupazione della Sala Grande raggiunge i quattro quinti (per l’esattezza l’80,3%, contro il il 73,10% del 2015 e il 75,20% del 2016); le aperture di sipario per spettacoli a pagamento nel 2017 sono state ben 266, il che si traduce concretamente in tre spettacoli ogni quattro giorni; ben 145 gli spettacoli a pagamento in Sala Grande (sei in più che nel 2016); dati ai quali vanno poi aggiunti i dieci spettacoli della trionfale tournée in Giappone con La traviata e Tosca.
Anche dal punto di vista della valutazione del Ministero dei Beni Culturali la situazione è più che positiva, con un punteggio FUS che passa dai 1718 punti del 2016 ai 1752 del 2017; conferma di un impegno del Teatro Massimo che anche in passato è stato conseguentemente premiato dallo Stato.

L’esercizio 2017 ha visto il consolidamento delle politiche e delle strategie della Fondazione avviate sin dall’esercizio 2014, con l’insediamento dei nuovi Organi alla scadenza del periodo di commissariamento, e registra alcune importanti novità normative che hanno avuto un ruolo significativo sull’andamento dell’esercizio appena concluso e che avranno ricadute anche nel prossimo triennio. Anche l’esercizio 2017 rientra nel periodo di vigenza del Piano di risanamento esteso per legge fino al 2018.
La rimodulazione del Piano ha comportato una ridefinizione degli obiettivi a medio termine della Fondazione con il proposito di mantenere una permanente condizione di contenimento dei costi e contestualmente un incremento dell’attività programmata con particolare attenzione all’incremento dei ricavi.
Con l’ottenimento di tutti i pareri e i nulla osta previsti dalla legge (iter completato nel mese di febbraio 2017) è stato erogato da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze il finanziamento di 8 milioni di euro, con il quale la Fondazione Teatro Massimo ha estinto il mutuo ipotecario e parzialmente quello chirografario presso l’ex Banco Popolare Siciliano.
La politica di sviluppo della Fondazione continua a puntare su un ulteriore incremento della produzione, compatibilmente con le risorse finanziarie, logistiche e umane disponibili, e sul raggiungimento di nuovi pubblici, consolidando il ruolo e la funzione del Teatro Massimo sul territorio e rafforzandone la proiezione nazionale e internazionale.