Neanche un euro dalla Sicilia destinato all’acquisto di armi o, in generale, a politiche di riarmo. E’ una risposta secca ed estremamente netta quella che arriva dalla Regione siciliana alle affermazioni della Cgil siciliana e di quella nazionale.
“In riferimento alle dichiarazioni diffuse dalla Cgil relative allo storno di 252 milioni di euro del Programma regionale Fesr per il riarmo, la Regione Siciliana smentisce categoricamente quanto affermato e precisa che si tratta di informazioni prive di fondamento. Nessuna somma è stata stanziata per finalità di riarmo” si legge in una nota regionale.
Cosa aveva affermato la Cgil
La Cgil aveva lanciato una dichiarazione dura riferendosi alla delibera varata il 3 ottobre dalla Giunta regionale che riprogramma le risorse del Fesr 2021/2027 destinando, secondo quando affermato dal sindacato, 252.243.447 euro ad usi militari.
Christian Ferrari, segretario confederale Cgil nazionale, e Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia avevano parlato di “Una scelta gravissima a danno dei cittadini siciliani”
“Si tolgono risorse alle vere priorità per i siciliani, precludendo all’isola possibilità di sviluppo,
a partire dal problema dell’acqua e dall’obiettivo della transizione energetica. Questa riprogrammazione- aggiungeva il segretario della Cgil regionale- non è quello che è uscito dal tavolo di partneriato del 17 settembre e puntualizzato dal dirigente Falgares . Le priorità per la
Sicilia sono altre che quelle militari: sono l’acqua che manca, le strade e autostrade in cattive condizioni, il trasporto ferroviario inadeguato, le aree interne abbandonate, i tetti delle
scuole che cadono in testa agli alunni. Così , stornando risorse, possono solo crescere le disuguaglianze”.
Risorse riprogrammate, invece, per la linea ferroviaria Catania Aeroporto
Ma la regione non si limita a smentire che siano state dirottate risorse al riamo, prcisa, invece, dove sono andate le somme riprogrammate e la direzione è proprio quella concordata nel tavolo del 17 settembre: i trasporti. Nell’ambito della riprogrammazione del Pr Fesr Sicilia 2021-2027, si tratta di un rafforzamento della priorità trasporti. In particolare, 176 milioni di euro (e non 252) sono stati ricollocati per l’intervento ferroviario di interramento della linea e prolungamento della pista dell’aeroporto di Catania Fontanarossa, un’opera già prevista nella pianificazione nazionale e regionale, del valore complessivo di 567,6 milioni di euro.
La Cgil insiste
“La delibera sulla riprogrammazione del Fesr parla chiaro e mi sembra che la pezza che il governo regionale cerca di mettere sia peggiore del buco” insiste il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino. “Nella delibera della giunta regionale- osserva Mannino- non si trova traccia dell’intervento citato dalla Regione su Fontanarossa, dal costo di 176 milioni mentre le somme
previste per la difesa e per infrastrutture militari sono, ed è esplicitato , oltre 252 milioni”. Mannino aggiunge: “Se la riprogrammazione riguardasse Fontanarossa, significa forse che si intende utilizzare questo aeroporto per la mobilità militare, modificandone o ampliandone la funzione? La delibera – rileva Mannino- parla inoltre esplicitamente di basi militari. Questi- sottolinea il segretario della Cgil –sono legittimi interrogativi a cui il governo deve rispondere chiaramente e subito, senza tergiversare. L’impacciata replica fa anche sorgere il dubbio – dice ancora il segretario della Cgil- che abbiano fatto il gioco delle tre carte per giustificare imputandola alla difesa la spesa di somme del Fesr in realtà destinate ad altro. In ogni caso- rimarca Mannino- chiediamo che sia fatta chiarezza e ribadiamo la nostra contrarietà all’utilizzo di fondi destinati allo sviluppo per fini militari”.






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