Torna ad essere proposta, stavolta in Legge di stabilità a valere su un intero triennio il contributo regionale previsto nel Fondo per l’editoria, norma che il governo Schifani ha inserito nella manovra 2026-28 che sta per iniziare il suo percorso in Assemblea regionale siciliana. A confermarlo in sede di audizione in commissione Bilancio dell’Ars è stato l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino.

Le audizioni di oggi

Questa mattina, martedì 4 novembre, la Commissione Bilancio ha, infatti, tenuto seduta per ascoltare i rappresentanti del mondo dell’informazione: Ordine dei giornalisti di Sicilia, Stampa parlamentare siciliana, Assostampa regionale, Fieg, Federazione editori digitali, comparto editoria di Sicindustria, associazione librai.

Il presidente della commissione Dario Daidone ha sentito sindaci e associazioni convocati su richiesta del vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola. All’audizione hanno preso parte i parlamentari Marianna Caronia, Marco Intravaia, Fabio Venezia, Luigi Sunseri, Antonello Cracolici, Mario Giambona.

Appoggio bipartisan alla norma

Nei loro interventi i deputati di maggioranza e opposizione hanno assicurato il sostegno alla norma – bocciata due volte in aula nonostante l’unanimità in commissione Bilancio – e hanno preso atto dei suggerimenti dati durante l’audizione per migliorare eventualmente il testo del governo. Tra i punti evidenziati l’ancoraggio del contributo alla presenza di giornalisti contrattualizzati nelle aziende editoriali che ne faranno ricorso, la proposta di superare il vincolo del de minimis attraverso la presentazione di progetti, l’estensione della vendita dei quotidiani anche a supermercati e centri commerciali.

Superare il vincolo de minimis e legare i contributi ad azioni concrete

Al centro del dibattito c’è il superamento del concetto stesso di contributo in regime de minimis che rischia di diventare un “contributo a pioggia”. In questo senso la Fed (Federazione editori digitali che rappresenta le imprese editoriali siciliane che operano nell’informazione online, nella radiodiffusione locale e nel digitale terrestre con 2,7 mln di utenti giornalieri serviti, 2,46 mld di interazioni annue ed oltre 250 canali di diffusione ed ascolto social attivati) ha avanzato proposte concrete che cambino la visione andando verso lo sviluppo di una “cultura dell’informazione”.

La visione della Fed

La Federazione propone di superare questo vincolo, almeno per alcune linee di intervento che riteniamo strategiche — come la formazione, l’alfabetizzazione mediatica, la cooperazione tra testate e la promozione culturale — poiché si tratta di azioni che richiedono un adeguato sostegno pubblico.

“Il vero rischio oggi non è soltanto la crisi economica delle imprese editoriali, ma la crisi culturale e sociale dell’informazione stessa – si legge nel documento depositato dalla federazione – L’evoluzione tecnologica e l’irruzione dell’intelligenza artificiale stanno modificando radicalmente il modo in cui i cittadini e il mercato accedono, elaborano e condividono notizie”.

Su questo terreno che si gioca la partita più rilevante per la Regione Siciliana: la tutela e la rinascita della cultura dell’informazione come infrastruttura civile e inclusiva.

“La Federazione degli Editori Digitali ritiene che la nuova sezione “Editoria” del Fondo Sicilia rappresenti un passo avanti decisivo nel riconoscimento del valore economico del settore. Tuttavia, l’informazione non è soltanto un comparto produttivo: è un bene collettivo, una forma di educazione permanente, uno spazio di cittadinanza. Sostenere l’editoria significa anche ricostruire la cultura dell’informazione tra i giovani, promuovere la partecipazione consapevole e contrastare la marginalità culturale che oggi accompagna le disuguaglianze economiche. Solo in questa prospettiva l’investimento economico potrà trasformarsi in una politica pubblica duratura e generativa per la Sicilia”.

Le 5 proposte concrete

Per questo motivo la federazione ha avanzato 5 proposte concrete e operative: 1) Integrare la sezione “Editoria” del Fondo Sicilia con una linea di azione specifica per la cultura dell’informazione; 2) Prevedere un canale sperimentale dedicato alle start-up e ai media emergenti;
3) Sostenere la nascita e il consolidamento di aggregazioni editoriali multi-canale e multi-piattaforma, favorendo sinergie tra testate digitali, radio, televisioni locali e progetti crossmediali. In questa direzione, la Regione potrebbe prevedere premialità specifiche per reti, consorzi o partnership editoriali; 4) Valutare l’opportunità di affiancare o superare, per determinate azioni, il limite del regime “de minimis”, individuando strumenti di sostegno compatibili con la normativa
europea sugli aiuti di Stato, in particolare per le attività di formazione, alfabetizzazione mediale e cooperazione editoriale; 5) Promuovere una collaborazione strutturata tra il sistema dell’informazione e le istituzioni regionali — in particolare l’Assessorato all’Economia, l’Assessorato alle Attività Produttive, l’Assessorato al Turismo e l’Assessorato alla Cultura — per valorizzare, attraverso la comunicazione, le risorse della Sicilia, le imprese locali e i progetti di sviluppo territoriale.

Dagnino promette decreti attuativi condivisi

L’assessore Dagnino ha annunciato che qualora la norma fosse approvata dall’Ars convocherà gli operatori del mondo dell’informazione e dell’editoria per confrontarsi prima della firma del decreto di attuazione che dovrà poi avere il parere della commissione Bilancio dell’Ars.